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Il fronte del "sì" si riunisce: è corsa contro il tempo per il referendum

Due settimane per convincere gli elettori a votare "sì" (e a votare, in generale). Il centrosinistra si dice pronto a un dibattito pubblico

Il fronte del "sì" si riunisce: è corsa contro il tempo per raggiungere il quorum al referendum

La segretaria Schlein e il capogruppo Pd cittadino Lazzarini

Cinque schede referendarie, due settimane scarse per fare campagna e un quorum da raggiungere. Si è tenuta il 24 maggio a San Mauro Torinese, presso il circolo ARCI "Boccardo", la riunione aperta al pubblico del fronte del "", a tutti e cinque i quesiti.

A presenziare all'incontro sono stati sia rappresentanti del PD sanmaurese, tra cui il capogruppo Rudy Lazzarini, ma anche della CGIL, come Igor Piotto, più altre personalità vicine al centrosinistra.

Ripristinare il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, eliminare i tetti alle indennità di licenziamento per le aziende con meno di 15 dipendenti, limitare l'uso dei contratti a termine, responsabilizzare le aziende appaltatrici e ridurre da 10 a 5 anni il tempo necessario per richiedere la cittadinanza italiana. Questi sono i 5 quesiti su cui gli italiani sono chiamati a votare, ma su cui si proietta l'ombra dell'astensionismo: l'ultima volta che si raggiunse il quorum per un referendum abrogativo fu nel 2011. Quattordici anni fa.

«Notiamo un generale disinteresse verso i temi del lavoro, anche da parte dei pensionati, che non si sentono parte in causa: fare volantinaggio a San Mauro è stato più complicato che altrove. Tanti cittadini non sanno nemmeno che ci sarà un referendum, o non sono informati sui quesiti. Ci sono poi i giovani, che sono molto sensibili al tema della cittadinanza, ma di meno sui temi del lavoro. Se una volta gli adulti erano comunque un soggetto con cui confrontarsi, anche in modo aspro, oggi c'è silenzio da parte loro», hanno concluso i relatori, che non si danno comunque per vinti e faranno di tutto sia per convincere i cittadini a votare "sì", ma anche solo per spingerli ad andare a votare.

I relatori dell'incontro

È pero un dato di fatto che 4 dei 5 quesiti abrogherebbero dei provvedimenti varati in gran parte, ma non solo, dal centrosinistra di circa dieci anni fa, guidato da Matteo Renzi. Ma come definisce oggi il PD il "jobs act"? Un errore del passato, una colpa di Renzi?

Su un punto gli esponenti Dem di San Mauro sembrano concordi: i tempi cambiano, il mercato del lavoro cambia, così come le segreterie di partito. «Con Elly Schlein segretaria, il partito si è spostato più a sinistra che ai tempi di Renzi, con una maggior sensibilità per questi temi», ha aggiunto Lazzarini.

«In dieci anni il mondo è cambiato, idem la disoccupazione. Allora il ragionamento era: tolgo alcuni diritti ai lavoratori, ma le aziende sono più propense ad assumere. Oggi viviamo in una condizione di precariato sempre più diffuso e di insicurezza. Lo scorso anno i morti sul posto di lavoro sono stati 1090 in Italia», hanno aggiunto i relatori dell'incontro, alcuni dei quali – all'interno del PD – non si sono mai sentiti "renziani". «Il PD nasce comunque da un insieme di soggetti, ed è normale che ci sia un confronto interno e anche un cambio di idee», hanno concluso.

L'obiettivo principale rimane quindi il raggiungimento del quorum del 50%+1 a livello nazionale, un traguardo che sembra essere molto arduo da ottenere.

Resta comunque la volontà da parte del centrosinistra cittadino non solo di fare propaganda per il "", ma anche di confrontarsi in un dibattito pubblico col fronte del "no", a uno o più quesiti, al fine di sensibilizzare la cittadinanza sui temi, renderli più comprensibili e spingere gli elettori a recarsi alle urne.

Sul fronte opposto, quello del centrodestra, il consigliere comunale e regionale Paola Antonetto ha dichiarato che «andrà alle urne» e «nel segreto della cabina elettorale» farà le scelte che riterrà «opportune», pur dicendo di voler rispettare la scelta di chi l'8 e il 9 giugno non vorrà andare a votare.

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