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23 Maggio 2025 - 19:15
La Ferrovia Canavesana cambia marcia: entro il 2026 treni elettrici e nuovi servizi per pendolari e studenti
La Ferrovia Canavesana, che collega Settimo Torinese a Pont Canavese, è stata a lungo trattata come una linea di serie B. Dimenticata dai piani strategici, gestita a fasi alterne e spesso lasciata all’abbandono. Eppure, ogni giorno, sono migliaia i pendolari, gli studenti, i lavoratori che salgono su quei convogli, tra ritardi, guasti e bus sostitutivi. Ora qualcosa si muove davvero.
Da mesi sono partiti i lavori per un ampio progetto di elettrificazione, riqualificazione e messa in sicurezza della linea, finanziato dal PNRR e dalla Regione Piemonte. L’investimento complessivo è di 47 milioni di euro. L’obiettivo è ambizioso: entro giugno 2026 tutta la tratta sarà elettrificata, inclusa la porzione tra Rivarolo e Pont Canavese, oggi ancora servita da treni diesel vecchi e inaffidabili.
A quel punto, finalmente, tutti i convogli saranno elettrici: più silenziosi, rapidi, meno inquinanti. La qualità del servizio – se le promesse verranno rispettate – farà un salto di qualità atteso da decenni.
“Vogliamo che la Canavesana diventi una linea integrata nel sistema metropolitano torinese, con un servizio moderno, regolare e competitivo”, dichiara l’assessorato regionale ai trasporti Marco Gabusi in una nota ufficiale.
Settimo Torinese, con la sua stazione già rinnovata, sarà uno dei punti di snodo. È prevista l’attivazione di un servizio cadenzato, con treni ogni 30 minuti nelle ore di punta, in connessione con le linee per Torino, Chivasso e San Mauro. Un cambiamento che, per chi ogni giorno fa avanti e indietro per lavoro o studio, può fare la differenza.
“Negli ultimi anni abbiamo avuto solo promesse e disservizi – racconta Luca, pendolare di Settimo –. Corse cancellate, ritardi continui, treni rotti. Finalmente vediamo cantieri veri. Ma siamo stanchi di illusioni. Adesso vogliamo vedere i risultati.”
Oltre all’elettrificazione, il piano prevede interventi su tutte le stazioni: rampe per disabili, videosorveglianza, pensiline nuove, banchine rialzate, illuminazione LED. Piccole opere che però migliorano la vita quotidiana di chi usa il treno. Anche l’impatto ambientale ne beneficerà: meno emissioni, meno rumore, aria più pulita in una zona – il nord-est torinese – già pesantemente esposta all’inquinamento atmosferico.
E non si tratta solo di binari. Cambia anche l’estetica: i vecchi pali arrugginiti lasceranno il posto a strutture più leggere e discrete, meno invasive nei centri urbani e nei paesaggi rurali. Una scelta che punta anche al decoro.
Altro nodo risolto: la gestione frammentata. Fino a ieri si dividevano responsabilità e competenze tra GTT, Trenitalia e RFI, generando confusione e inefficienza. Oggi la linea è sotto il controllo di Trenitalia Tper, con il coordinamento della Città Metropolitana di Torino. Un passaggio che dovrebbe garantire più chiarezza, tempi certi, responsabilità chiare.
E per una volta, anche i cittadini ci sono. Comitati e associazioni chiedono trasparenza, forum pubblici, incontri tecnici. Alcuni gruppi di pendolari stanno già monitorando l’avanzamento dei cantieri e preparando dossier da sottoporre alle istituzioni.
L’orizzonte è chiaro: rendere la Canavesana una linea ferroviaria degna del territorio che attraversa. Una linea che smetta di essere la cenerentola della mobilità piemontese. Ma tutto dipenderà dalla capacità – politica e tecnica – di rispettare impegni, cronoprogrammi e, soprattutto, i pendolari.
Perché dopo anni di parole vuote, il tempo delle attese è finito.
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