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Servizi in calo e Tari in aumento: la rabbia corre su Facebook

Ecocentro chiuso e rifiuti in strada: esplode la protesta

Servizi in calo e Tari in aumento: la rabbia corre su Facebook

Servizi in calo e Tari in aumento: la rabbia corre su Facebook

C’è chi lo chiama degrado, chi inciviltà. Ma per molti è semplicemente una protesta. Una protesta silenziosa ma eloquente, fatta di sacchi neri e vecchi mobili lasciati davanti ai cancelli chiusi dell’ecocentro di Brandizzo, quello di via Paolo Barra, sbarrato ormai da mesi. Un’immagine che urla più di mille parole, postata su Facebook nel gruppo “Brandizzo dei cittadini”, ha acceso la miccia del malcontento. La scritta sopra la foto è ironica e tagliente: “Progresso? Ecocentro Brandizzo…”

E da lì, valanga di commenti. Alcuni indignati, altri esasperati. Nessuno silenzioso.

“La tassa rifiuti aumenta e i servizi diminuiscono. Prima di chiudere l'ecocentro vecchio avrebbero dovuto fare quello nuovo”, commenta Luciano, centrando il punto: l’assenza di un’alternativa concreta. Anna è ancora più diretta: “Io mi sono trovata a dover portare i rifiuti a Settimo... e chi non ha un'auto? È vergognoso che chiuda alle 16. Chi lavora se li deve tenere in casa fino al sabato. Hanno fatto bene a lasciarli lì!”

L'ecocentro di Brandizzo ha chiuso a gennaio 

Tra i cittadini si è aperto un vero dibattito su cosa sia protesta legittima e cosa invece comportamento incivile. Rosalba non ha dubbi: “Chi abbandona i rifiuti lo fa comunque. L’ecocentro deve esserci, ma a norma di legge”. Mario, laconico: “Togliendo i servizi, questi sono i risultati.” E Marisa aggiunge una riflessione più personale: “Non giustifico, ma penso a chi non può trasportare nulla… tipo i miei genitori ultraottantenni. Non è facile nemmeno per me.”

La voce più chiara arriva forse da Pino: “Non è inciviltà. È PROTESTA.” E Agnese rincara: “Mi viene da pensare che l’abbiano fatto apposta. Non posso credere che sia solo sporcizia: è un grido.”

In questo grido, c’è tutta la rabbia di un paese che si sente ignorato. La comunicazione tardiva del Comune, le spiegazioni generiche su un presunto nuovo centro “a servizio del territorio” (ma dove?), e un Centro Mobile che ancora non si è visto, alimentano la frustrazione.

Monica, con tono propositivo, conclude: “Anziché chiuderlo, si sarebbe dovuto migliorarlo e attrezzarlo.” Difficile darle torto.

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