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Villanova, ponte chiuso e tempi incerti: si attende l’esito delle verifiche sui pilastri danneggiati

Il ponte sulla Stura resta chiuso dopo la piena che ha danneggiato due pilastri. I tecnici valutano la stabilità, ma la riapertura non è imminente. Si moltiplicano i disagi e i sindaci del territorio chiedono alla Città Metropolitana di agire con urgenza.

Villanova

Villanova, ponte chiuso e tempi incerti: si attende l’esito delle verifiche sui pilastri danneggiati

Il ponte di Villanova, sulla provinciale 724, è chiuso ormai da un mese. E il ritorno alla normalità appare ancora lontano. Da quando la piena della Stura di Lanzo ha colpito con violenza l’area, trascinando via tronchi, detriti e massi sotto la carreggiata, due pilastri dell’infrastruttura risultano danneggiati e, secondo le prime analisi, lievemente scalzati dalle acque. È stato questo il motivo che ha portato alla chiusura totale, sia al traffico pesante che a quello ordinario. Ma ora il timore è che il blocco possa durare a lungo, con pesanti ricadute sui collegamenti verso l’Oltre Stura e la Mandria.

Il vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo, che ha la delega ai Lavori Pubblici, ha spiegato che le tempistiche per la riapertura sono incerte. Prima di prendere qualunque decisione, ha precisato, occorre attendere l’esito delle indagini statiche e idrauliche in corso. Solo dopo, si potrà valutare se sarà necessario un intervento strutturale per la messa in sicurezza. Una possibilità tutt’altro che remota, considerato che l’attraversamento è stato chiuso in via precauzionale proprio in seguito all’allarme lanciato dai tecnici.

Sul posto è intervenuto anche il sindaco di Villanova, Roberto Ferrero, che ha preso parte ai sopralluoghi e ha riconosciuto la difficoltà della situazione. Ha ammesso che i disagi per i cittadini sono reali e importanti, ma ha invitato alla prudenza e alla pazienza: servono i risultati dei rilievi tecnici prima di poter parlare concretamente di riapertura.

Ponte sulla Stura

Nel frattempo, in tutta la zona colpita dal nubifragio, la Città Metropolitana ha avviato decine di interventi urgenti per ripristinare strade secondarie e mettere in sicurezza collegamenti minori, spesso cruciali per raggiungere frazioni ancora popolate. Il danno complessivo in provincia di Torino è stato stimato in oltre 20 milioni di euro, di cui più di 5 destinati alle opere più urgenti nei comuni interessati.

A farsi portavoce del malcontento è anche Danilo Bianco, consigliere comunale a Mathi e capogruppo della lista “Mathi, una svolta per il domani”. Bianco ha espresso preoccupazione per il rischio che la situazione del ponte di Villanova venga abbandonata al suo destino, come già accaduto, secondo lui, con la galleria di Lanzo. Ha criticato l’atteggiamento dell’ex Provincia, accusandola di non avere contezza reale del territorio e di agire in ritardo. Secondo Bianco, i Comuni non possono permettersi di restare in attesa né tantomeno di farsi scavalcare da eventuali comitati cittadini, che nascerebbero solo se le amministrazioni locali si dimostrassero incapaci di ascoltare i bisogni della popolazione.

Per questo, ha proposto di convocare con urgenza un tavolo tra i Comuni di Mathi, Villanova e Grosso, coinvolgendo anche i gruppi di opposizione. L’obiettivo: esercitare una pressione condivisa sulla Città Metropolitana, affinché si intervenga rapidamente. Bianco ha sottolineato che il ponte è una via strategica verso la Mandria e che molte aziende locali stanno già subendo le conseguenze del blocco, non solo per i tempi di percorrenza allungati ma anche per la logistica compromessa.

Nel frattempo, i cittadini continuano a percorrere strade alternative, spesso poco attrezzate e più pericolose, con tempi di spostamento più lunghi e costi aumentati. La speranza è che l’esito delle indagini tecniche arrivi in tempi brevi e che, se necessario, si proceda rapidamente con i lavori di consolidamento. Ma tra vincoli burocratici, ritardi e fondi da ripartire, il rischio è che la riapertura del ponte non sia questione di settimane, ma di mesi.

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