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Caso Askatasuna, doppio ricorso al Tar contro la delibera del Comune: Regione e Fratelli d’Italia all’attacco

Contestato l’accordo sul “patto di collaborazione” per l’immobile di corso Regina Margherita 47. La Regione impugna l’atto per presunta violazione della legge sui beni comuni. FdI chiede la sospensione immediata

Caso Askatasuna

Caso Askatasuna, doppio ricorso al Tar contro la delibera del Comune: Regione e Fratelli d’Italia all’attacco (foto di repertorio)

Si allarga lo scontro politico e istituzionale attorno al caso Askatasuna, dopo la delibera con cui il Comune di Torino ha attivato un patto di collaborazione sui beni comuni per l’immobile di corso Regina Margherita 47, occupato storicamente dal centro sociale.

Nella giornata di lunedì 20 maggio è stato notificato un doppio ricorso al Tar contro l’atto approvato dall’amministrazione. A impugnare la delibera sono da una parte la Regione Piemonte, tramite l’avvocatura istituzionale, e dall’altra il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia della Circoscrizione 7, che ha chiesto anche la sospensione cautelare dell’efficacia del provvedimento.

“Come promesso, l’Avvocatura della Regione ha notificato al Comune il ricorso per l’impugnativa della delibera di concessione dell’immobile di corso Regina Margherita per la palese violazione della nostra legge regionale sui beni comuni” ha dichiarato Maurizio Marrone, assessore regionale alle Politiche sociali. “Ho sperato fino all’ultimo che il Comune tornasse sui suoi passi, evitando un contenzioso istituzionale, ma non potevamo tollerare che una legge a tutela del volontariato civico sano venisse strumentalizzata e calpestata per consentire che un immobile pubblico di pregio resti ostaggio di antagonisti che erano, sono e restano violenti”.

Il secondo ricorso è stato presentato da tre consiglieri di Fratelli d’Italia eletti proprio nella Circoscrizione 7, Patrizia Alessi, Francesco Caria e Domenico Giovannini, che parlano apertamente di una scelta “politicamente inaccettabile”: “Quel palazzo nel cuore di Vanchiglia sarebbe più utile alla comunità se assegnato ad associazioni che operano nella legalità”.

A sostenere l’iniziativa, anche la struttura regionale del partito. “Insieme al segretario regionale Fabrizio Comba e al vicecapogruppo di FdI alla Camera Augusta Montaruli – ha spiegato il coordinatore torinese Maurizio Pedrini – abbiamo ritenuto importante che i nostri consiglieri di Circoscrizione 7, dove insiste fisicamente il centro sociale, presentassero un ulteriore ricorso, valorizzando il loro ruolo di rappresentanza diretta del territorio”.

Dal fronte opposto, arriva la risposta del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che difende la legittimità del percorso amministrativo scelto dalla giunta. “È stato notificato il secondo ricorso al Tar: uno della Regione, che non prevede istanza di sospensiva, e uno firmato da alcuni consiglieri di FdI. La Città si costituirà in giudizio, convinta che la procedura seguita sia corretta dal punto di vista amministrativo” ha dichiarato, a margine della firma di un protocollo sugli appalti con i sindacati. “Adotteremo gli atti amministrativi di conseguenza”.

Il caso, già da tempo al centro di un acceso confronto politico, riapre il dibattito sul rapporto tra enti pubblici e realtà sociali autogestite, tra percorsi di regolarizzazione e richieste di sgombero, tra la normativa regionale e le scelte municipali. E si inserisce nel più ampio contesto di frizione istituzionale tra Regione a guida centrodestra e Comune a maggioranza centrosinistra.

Il Tar del Piemonte sarà ora chiamato a pronunciarsi, prima sulla valutazione di ammissibilità del ricorso regionale e poi sulla domanda di sospensiva presentata da FdI. Il tema resta caldo, anche perché la delibera è già efficace e operativa, e prevede la gestione condivisa dell’immobile attraverso un patto pubblico formalmente sottoscritto.

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