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La peste suina africana avanza: Albenga tra i nuovi epicentri dell'emergenza

La diffusione della peste suina africana si intensifica in Liguria e Piemonte: 10 nuovi casi in una settimana, Albenga tra i Comuni colpiti, mentre le misure di contenimento cercano di arginare la minaccia alla fauna e all'economia agricola

La peste suina africana

La peste suina africana avanza: Albenga tra i nuovi epicentri dell'emergenza

La Peste Suina Africana (PSA) continua a espandersi nei boschi e nelle colline del Nord-Ovest. Nell’ultima settimana sono stati registrati 10 nuovi casi tra Liguria e Piemonte, portando a 1.875 il numero complessivo di positività accertate dall’inizio dell’emergenza. A comunicarlo è l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, con sede a Torino, che monitora costantemente la diffusione del virus nella fauna selvatica.

A preoccupare è l’ingresso di Albenga, in provincia di Savona, tra i Comuni ufficialmente colpiti dalla malattia. La cittadina ligure, nota per l’agricoltura e le produzioni florovivaistiche, si aggiunge così all’elenco – ora salito a 183 Comuni – dove è stato rilevato almeno un caso.

Dei 10 nuovi casi, 8 sono stati individuati in Liguria: tre nel territorio di Genova, uno a Serra Riccò, uno a Sestri Levante, due ad Albisola Superiore e uno proprio ad Albenga. In Piemonte, invece, due positività sono state confermate nell’Alessandrino, ad Acqui Terme e Capriata d’Orba. Si tratta, in tutti i casi, di cinghiali infetti, principale vettore del virus che non colpisce l’uomo, ma è altamente letale per i suini domestici e pericoloso per l’economia agricola locale.

Il Piemonte resta per ora al riparo da nuovi focolai negli allevamenti suinicoli, dove il bilancio rimane fermo a 9 episodi complessivi. Tuttavia, la circolazione del virus nei territori di confine, dove ambiente rurale, zone boschive e insediamenti umani coesistono, continua a rappresentare un rischio concreto, soprattutto per le aziende agricole.

La gestione dell’emergenza si muove su più fronti: abbattimenti selettivi, recinzioni, blocchi sanitari, chiusura temporanea di sentieri e aree boschive, oltre a piani di sorveglianza e mappatura capillare dei cinghiali. Ma l’equilibrio è fragile. Le Regioni coinvolte, in raccordo con il Ministero della Salute, chiedono più fondi e strumenti operativi, anche per affrontare le conseguenze sul piano economico e turistico.

La PSA è comparsa in Italia a gennaio 2022, e da allora ha colpito in particolare il basso Piemonte e la Liguria centrale, con numeri in costante crescita e una diffusione difficile da contenere. Il virus si propaga facilmente attraverso carcasse infette, contaminazioni ambientali e contatti indiretti. E mentre il fronte degli allevamenti resta sotto osservazione, la vera sfida è fermare l’espansione silenziosa nei boschi, prima che si trasformi in una nuova emergenza zootecnica.

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