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Il Palazzo di Giustizia di Torino resta al buio

Guasto elettrico blocca il tribunale di Torino: udienze sospese e accesso limitato

Blackout al Palazzo

Il Palazzo di Giustizia di Torino resta al buio

Un lunedì mattina iniziato nel peggiore dei modi. Il Palazzo di giustizia di Torino, cuore pulsante della macchina giudiziaria piemontese, è stato colpito da un improvviso blackout elettrico che ha paralizzato ogni attività. Erano le prime ore della giornata del 20 maggio 2025 quando, senza alcun preavviso, le luci si sono spente, i monitor si sono oscurati e anche i sistemi di sicurezza, compresi i metal detector agli ingressi, sono andati fuori uso, lasciando nel caos centinaia di operatori, dipendenti e cittadini presenti all’interno dell’edificio.

L’unico sistema a reggere l’urto del guasto è stato quello di illuminazione di emergenza, che si è attivato nei corridoi e nelle aule, ma che non ha consentito lo svolgimento delle udienze. Gran parte delle attività è stata sospesa o rinviata, in attesa del ripristino della piena funzionalità. Il procuratore generale Lucia Musti, per motivi di sicurezza, ha disposto l’interdizione al pubblico, limitando l’accesso a magistrati, avvocati e personale amministrativo, in modo da ridurre l’affollamento in un edificio già messo in difficoltà da un’infrastruttura elettrica evidentemente fragile.

L’impatto della sospensione è stato immediato e significativo: decine di processi rinviati, udienze saltate, pratiche bloccate. Un contraccolpo pesante per un sistema che già opera sotto pressione per carichi di lavoro, scadenze procedurali e affollamenti cronici. E il blackout, più che un semplice imprevisto tecnico, diventa il simbolo di una fragilità strutturale che rischia di compromettere la continuità di un servizio essenziale.

Il Tribunale resta al buio

Le cause esatte del guasto sono ancora in fase di accertamento. Le autorità giudiziarie, insieme ai tecnici incaricati, stanno cercando di capire se si tratti di un malfunzionamento interno, un sovraccarico o un problema sulla rete cittadina, ma intanto monta la preoccupazione. Avvocati e operatori del settore parlano di una situazione che non può essere più ignorata: «Ci vuole un piano di emergenza serio, non è accettabile che l’intero tribunale si blocchi per un’interruzione elettrica», ha commentato un penalista presente in aula al momento del blackout.

La giornata di lunedì si è conclusa tra riunioni tecniche e sopralluoghi, mentre si lavora per garantire il pieno ripristino delle attività per martedì. Ma il danno è fatto, e la fiducia nella resilienza delle strutture giudiziarie italiane riceve l’ennesimo colpo. In un sistema che ambisce all’efficienza e alla digitalizzazione, la continuità operativa non può dipendere da un interruttore. Servono investimenti mirati, verifiche periodiche e un cambio di passo sulla sicurezza tecnologica dei tribunali. Perché la giustizia, quando si spegne la luce, rischia davvero di andare al buio.

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