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Libri in calo, editori in crisi, 18App cancellata: così si smonta una filiera culturale

Meno romanzi venduti, crisi per editori medi e indipendenti, giù anche i manga. Crescono solo i libri per bambini e le autrici romance italiane. Mauri: “Togliere la 18App è come mettere un dazio alla cultura dei giovani”

Libri in calo, editori in crisi, 18App cancellata

Libri in calo, editori in crisi, 18App cancellata: così si smonta una filiera culturale (foto di repertorio)

Il mercato del libro nei primi quattro mesi del 2025 registra un nuovo calo: meno vendite, meno lettori, meno ossigeno per i piccoli e medi editori. Secondo i dati presentati al Salone Internazionale del Libro di Torino dall’Associazione Italiana Editori, la flessione rispetto allo stesso periodo del 2024 è del 3,6% a valore e del 3,2% a copie. Si tratta di quasi un milione di libri in meno acquistati, con una perdita netta di 15,9 milioni di euro. Il fatturato dell’editoria di varia si ferma a 431,3 milioni. A soffrire di più sono gli editori medi, con un crollo del 13,1%, e i piccoli, in calo del 7,3%, mentre i grandi gruppi registrano una perdita più contenuta dell’1,3%.

A pesare sul mercato è anche la drastica riduzione degli acquisti da parte dei diciottenni, passati da 45,9 milioni di euro nei primi mesi del 2024 a soli 18,3 nel 2025. La riforma delle Carte Cultura e Merito, che ha di fatto sostituito e ridimensionato la 18App, ha provocato un taglio netto alla spesa culturale giovanile. "Togliere una cosa che funziona da nove anni è come mettere un dazio alla cultura dei giovani", ha commentato duramente Stefano Mauri, presidente del Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Anche Innocenzo Cipolletta, presidente di AIE, ha avvertito: "Se il libro soffre, l’Italia non ride. La politica deve smettere di guardare altrove e riportare il libro al centro delle strategie culturali e di investimento".

Le difficoltà non risparmiano nessun canale di vendita. La grande distribuzione perde il 6,6%, gli store online il 5,2% e le librerie, comprese quelle indipendenti, il 2,1%. Proprio le librerie indipendenti segnano il calo più significativo in termini di copie vendute, con una perdita del 7,5%. Eppure, paradossalmente, la quota di mercato delle librerie fisiche cresce, raggiungendo il 55,6%, mentre quella dell’online si riduce al 40% e la GDO scivola al 4,5%. Il prezzo medio di vendita dei libri è di 14,76 euro, in leggera flessione (-0,3%) rispetto al 2024, nonostante un'inflazione generale al 2%.

Cala tutto, o quasi. Male la saggistica specialistica (-12,4%), la manualistica (-7,7%), la narrativa straniera (-2%) e quella italiana (-1,5%), con un crollo dell’11,2% per quella letteraria, compensato solo dalla crescita dell’8,9% di quella di genere. Scendono anche i manga (-5,8%), mentre crescono i fumetti per bambini e ragazzi (+14,5%). I libri per l’infanzia sono l’unico segmento in espansione, grazie alla fascia 0-5 anni che segna un +13,5%. In frenata anche le promozioni 1+1, in calo del 15,7%. Nel romance, il dato più sorprendente: vendite in lieve calo complessivo, ma boom per le autrici italiane (+16,7%) e caduta per quelle straniere (-22,1%).

Troppe uscite, meno copie, un lettorato confuso e un sistema culturale lasciato a se stesso. AIE lo ha detto chiaro: i segnali di crisi non mancano, ma la politica non può restare ferma. Senza un piano, senza fondi per le biblioteche, senza strumenti per formare nuovi lettori, l’Italia rischia di diventare un paese dove i libri ci sono, ma non si leggono.

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