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Tumori in aumento, Schillaci: “Allargare gli screening”. FAVO: 1.700 euro l’anno a carico di ogni paziente

Nel 2030 saranno oltre 4 milioni gli italiani con una diagnosi oncologica. Il 17° Rapporto FAVO fotografa una sanità ancora diseguale, con reti oncologiche incomplete e pazienti costretti a spostarsi tra le Regioni

Tumori in aumento

Tumori in aumento, Schillaci: “Allargare gli screening”. FAVO: 1.700 euro l’anno a carico di ogni paziente (foto di repertorio)

Nel 2030 saranno oltre 4 milioni gli italiani a convivere con una diagnosi di tumore, rispetto ai 3,7 milioni attuali. Un dato che impone una svolta. Secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci, è urgente estendere le fasce d’età per gli screening oncologici, soprattutto in risposta all’incremento dei tumori nelle fasce più giovani della popolazione.

L’occasione per fare il punto è stata la presentazione del 17° Rapporto sulla condizione del malato oncologico, pubblicato da FAVO (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), in vista della XX Giornata nazionale del malato oncologico di domenica 18 maggio. Il quadro che emerge è ancora una volta segnato da ritardi, disuguaglianze e costi sommersi.

Secondo i dati FAVO, ogni paziente oncologico spende in media 1.700 euro l’anno di tasca propria, di cui circa 500 euro solo per accertamenti diagnostici. Le spese più consistenti riguardano la mobilità per accedere alle cure, spesso fuori Regione, per l’assenza di servizi sul territorio. “Oggi il 30% dei malati guarisce – sottolinea Francesco De Lorenzo, presidente FAVO – ma spesso manca la possibilità di accedere alla riabilitazione, fondamentale per il ritorno alla vita attiva e lavorativa”.

Una nuova organizzazione dell’oncologia è quindi necessaria. “Non basta più l’ospedale – rileva Francesco Perrone, presidente AIOM – servono servizi integrati con l’assistenza territoriale, capaci di rispondere a bisogni in rapida evoluzione”. Lo stesso ministro Schillaci riconosce il nodo irrisolto delle reti oncologiche regionali: “Ci sono ancora forti ritardi in molte Regioni. Dobbiamo garantire equità: un paziente non può continuare a viaggiare per curarsi”.

Uno spiraglio positivo arriva dal ruolo crescente delle associazioni dei pazienti, che con la legge di bilancio 2025 sono diventate parte attiva del sistema sanitario. “È una rivoluzione epocale – afferma De Lorenzo – ora i pazienti potranno partecipare ai processi decisionali in materia di salute, anche presso l’AIFA”.

Ma il quadro resta critico. “Il Governo è inadeguato – accusa la senatrice Beatrice Lorenzin (Pd) –. Il Piano oncologico è fermo, il nomenclatore tariffario non garantisce un accesso equo alla diagnostica e alle cure. Il cancro non si affronta con le parole, ma con finanziamenti e riforme concrete”.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci

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