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Sanità
15 Maggio 2025 - 12:05
Problema sicurezza negli ospedali: l’Asl To5 chiude le porte dalle 21 in poi per proteggere medici e operatori
Una misura che segna un cambio di passo netto nella gestione della sicurezza sanitaria. A partire dal 14 maggio 2025, gli ospedali di Moncalieri, Carmagnola e Chieri chiuderanno gli ingressi serali a partire dalle 21, fatta eccezione per i pronto soccorso e i reparti con assistenza h24. È l’Asl To5 a disporlo, in una decisione che fa rumore ma che risponde a una domanda semplice quanto urgente: chi protegge chi cura?
Negli ultimi mesi, i segnali sono stati troppi e troppo gravi per essere ignorati. L’episodio che ha fatto da spartiacque è avvenuto proprio a Moncalieri, dove un medico è stato brutalmente aggredito e un ecografo è stato scagliato contro il muro. Scene da far west, nel cuore della sanità pubblica piemontese. E se prima si parlava di “casi isolati”, oggi il problema è strutturale, e tocca ogni turno, ogni corsia, ogni operatore che lavora di notte in condizioni sempre più difficili.
La decisione dell’Asl To5, firmata sulla spinta del crescente allarme interno, non nasce nel vuoto: altre regioni italiane hanno già sperimentato misure simili, introducendo controlli più severi dopo l’orario serale. L’obiettivo è duplice: garantire un ambiente più sicuro e prevenire accessi impropri o inutili, che nelle ore notturne diventano spesso fonte di tensione, se non di vera e propria violenza.
La nuova procedura prevede che, dopo le 21, chiunque voglia accedere agli ospedali debba contattare la portineria, dichiarare le motivazioni della visita, e ricevere il via libera solo se l’ingresso è giustificato. Niente più porte aperte per chiunque, ma un sistema a filtro, che consente di preparare il personale e gestire eventuali criticità con anticipo e consapevolezza.
Problemi di sicurezza negli ospedali
Non si tratta solo di sicurezza fisica, ma anche psicologica. Il personale sanitario lavora già sotto una pressione costante: turni notturni ridotti all’osso, reparti sovraffollati, carenza cronica di risorse. A tutto questo si è aggiunta, ormai sistematicamente, la minaccia della violenza, che in alcune strutture si è fatta quotidiana. Medici, infermieri, OSS aggrediti verbalmente e fisicamente, spesso senza che nessuno intervenga con tempestività o fermezza.
“È una scelta di buonsenso, che doveva essere presa da tempo”, commentano alcune sigle sindacali, che da mesi chiedono presidi fissi di vigilanza, telecamere funzionanti, e più tutele legali. Ma il vero banco di prova sarà la tenuta del sistema, già fragile: ci sarà personale sufficiente per gestire gli accessi controllati? Verrà garantita l’equità del provvedimento, senza ostacolare chi ha davvero bisogno di entrare, come i familiari dei pazienti terminali?
Le risposte arriveranno con l’attuazione concreta. Ma intanto, il messaggio è chiaro: l’Asl To5 non intende più tollerare che la notte diventi un far west ospedaliero. La sanità pubblica, già sotto attacco da tagli e burocrazia, non può reggere anche l’assalto della violenza. Se servirà chiudere le porte per proteggere chi è dentro, allora che si chiudano. Ma che poi si lavori anche per riaprirle, un giorno, in condizioni migliori e più giuste per tutti.
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