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Cava di San Bernardo: anche il PD si schiera

Il rinnovo è inaccettabile, il quartiere è cambiato. Ora il Consiglio dica da che parte sta: con i cittadini o con le ruspe

Cava di San Bernardo

Cava di San Bernardo

Sul caso cava a San Bernardo il Partito Democratico di Ivrea esce allo scoperto. In un comunicato diffuso oggi, il circolo si schiera senza tentennamenti contro la richiesta di rinnovo presentata dalla ditta Cogeis, definendo la vicenda “non più compatibile” con lo sviluppo urbanistico e la qualità della vita nel quartiere.

“Comprendiamo e condividiamo le preoccupazioni e le rimostranze dei cittadini” – si legge nella nota – “che si oppongono con forza a una decisione capace di compromettere l’equilibrio dell’intera zona.”

Il segretario cittadino del Pd Francesco Giglio

Il Partito Democratico sottolinea che il progetto di cava risale a un’altra epoca: un’autorizzazione vecchia di oltre dieci anni, rilasciata in un contesto completamente diverso. Da allora il quartiere è cresciuto, si è densificato, ed è cambiato anche il Piano Regolatore. Le condizioni che allora potevano giustificare l’attività estrattiva oggi, secondo il PD, non ci sono più.

I dem citano una lunga serie di criticità: traffico pesante in aumento, urbanizzazione estesa fino al perimetro dell’area di cava, barriere murarie che altererebbero il paesaggio e abbasserebbero il valore degli immobili. E poi, non da ultimo, la questione acustica, con una zonizzazione che potrebbe rivelarsi incompatibile con l’attività.

“Il tema non è nuovo – spiegano – ma nuove sono le condizioni ambientali e urbane. Proprio per questo il rinnovo della concessione va respinto con decisione.”

Il Partito Democratico rivendica la coerenza della posizione del sindaco Matteo Chiantore, che qualche giorno fa ha inviato una lettera a Città Metropolitana chiedendo una revisione del procedimento. Una mossa giudicata dal PD “legittima e doverosa”. Ma la partita, fanno intendere tra le righe, è tutt’altro che chiusa.

“Agiremo con coerenza in tutte le sedi per sostenere questa posizione”, è la promessa finale.

Resta però il punto politico: cosa farà il Consiglio comunale, se e quando sarà chiamato a discutere formalmente della vicenda?

Il Comitato No Cava, promotore della mobilitazione nel quartiere, ha già fatto sapere che la lettera del sindaco non basta. L’appello è diretto: serve una mozione vera e propria, un atto politico che impegni l’Amministrazione a schierarsi ufficialmente contro il rinnovo della concessione.

Il messaggio è chiaro: il tempo delle analisi tecniche è finito, ora servono scelte politiche. E il Consiglio comunale – al netto dei distinguo e delle prese di posizione dei partiti – dovrà decidere se accogliere la richiesta dei cittadini oppure restare al riparo da un impegno formale.

A San Bernardo la cava, per ora, è ancora chiusa. Ma il dibattito è apertissimo. E la prossima mossa, questa volta, spetta all’aula.

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