AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
11 Maggio 2025 - 11:18
Chiantore balbetta? A San Bernardo scrivono la mozione
La politica, quella con la “p” maiuscola, a volte non sta nei palazzi. Sta nei cortili, nei gazebo, tra le sedie pieghevoli all’ombra di una chiesa. Sta in un foglio bianco che diventa mozione, in una penna passata di mano in mano come una fiaccola civile, tra cittadini che hanno deciso di non subire più in silenzio.
Succede a San Bernardo. È domenica mattina. Quartiere di Ivrea, zona residenziale cresciuta in fretta, che da settimane si oppone con fermezza al rinnovo dell’autorizzazione per la cava di sabbia e ghiaia in località Fornaci. Una cava mai attivata, ma autorizzata nel 2014, che oggi riemerge come un fantasma, senza tener conto di ciò che nel frattempo è cambiato: nuove case, nuove famiglie, nuova vita.
Eppure, il progetto della ditta Cogeis è ancora lì: 430.000 metri cubi di materiali da scavare, 90 camion al giorno per dieci anni. Riesumato, come se il tempo si fosse fermato. Come se San Bernardo fosse rimasto immobile. Ma San Bernardo si è mosso. Eccome.
Per questo, il consigliere comunale Andrea Cantoni (Fratelli d’Italia) ha allestito un gazebo. Non per un comizio, né per una passerella politica. Per scrivere, insieme ai cittadini, una mozione partecipata da presentare in Consiglio comunale. Non una petizione generica, ma un atto vero, riga per riga. Una risposta politica al silenzio – assordante – dell’Amministrazione comunale.
“La cava non può essere trattata come una questione marginale – dichiara Cantoni – riguarda chi vive qui ogni giorno, chi respira quest’aria, chi subisce traffico, polveri, rumori e incertezze. Invece di aspettare l’ennesimo silenzio istituzionale, abbiamo deciso di dare voce ai cittadini e trasformare il disagio in proposta concreta.”
Sedie, fogli, bozze, correzioni. Il gazebo si trasforma in un consiglio comunale all’aperto, senza filtri né gerarchie.
Il risultato?
"Una mozione chiara - commenta Fabrizio Lotito, coordinatore cittadino dei Fratelli d'Italia - chiedere al Sindaco e alla Giunta di prendere una posizione politica contro il rinnovo della concessione e avviare un percorso di tutela vera per San Bernardo...".
Accanto ai cittadini, anche la consigliera regionale Paola Antonetto, lì per sostenere l’iniziativa e darle forza istituzionale. “La politica – dice – deve stare tra la gente, ascoltarla davvero e agire di conseguenza.”
C'è da aggiungere che la protesta ha già smosso qualcosa. Dopo l’infuocata assemblea del 28 aprile nella sala parrocchiale, il Comune ha battuto un colpo. Il sindaco Matteo Chiantore ha scritto a Città Metropolitana, all’Ufficio Cave, al settore VIA, all’Ufficio Inquinamento Acustico, alla Regione Piemonte, alla Cogeis e al Comitato No Cava. Una mossa diplomatica, dal tono istituzionale, ma dal contenuto tutt’altro che neutro.
Il Comune chiede un sopralluogo tecnico urgente, sottolineando che le condizioni urbanistiche della zona sono radicalmente mutate rispetto al 2014: nuove edificazioni, nuovi vincoli, una viabilità oggi del tutto incompatibile con il traffico pesante previsto. Nella lettera si parla di “preoccupazioni significative tra i residenti” e si elencano criticità puntuali: barriere fonoassorbenti già contestate, relazione acustica non aggiornata, salti di classe nella zonizzazione difficilmente superabili.
Il sindaco scrive che tutti questi elementi “portano a riconsiderare se sussistano ancora i requisiti per il rinnovo della concessione”. Un passo avanti? Forse. Ma per i cittadini non è sufficiente.
A dirlo è il Comitato No Cava, che in una nota ha accolto positivamente la lettera, ma ha rilanciato: “Serve una mozione politica. Serve che il Consiglio comunale dica chiaramente da che parte sta.” Perché la lettera è un atto tecnico. La mozione, invece, è una scelta di campo. Un segnale netto, simbolico ma anche istituzionale.
Un modo per ricucire lo strappo che si è consumato tra l’amministrazione Chiantore e i cittadini.
E lo strappo, a San Bernardo, si sente. Si è sentito quando i cittadini hanno chiesto al Comune di smetterla di nascondersi dietro ai procedimenti. Insomma il tempo delle interpretazioni è finito. Serve una posizione.
Perché la cava non è solo un cantiere. È un trauma riaperto. È un incubo tornato vivo dopo anni di apparente silenzio. È traffico, rumore, camion. Ma è anche simbolo di una politica che per troppo tempo ha parlato con le carte, e mai con le persone.
Ora qualcosa è cambiato. E non solo nei documenti.
A San Bernardo, la comunità si è risvegliata. Ha preso la parola, ha preso la penna. Sta scrivendo la sua mozione. E avvisa: non abbiamo alcuna intenzione di farci rimettere a dormire.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.