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Trump tenta la mediazione tra Russia e Ucraina: a Istanbul potrebbe esserci un incontro storico

Mentre il conflitto si intensifica, l'ex presidente americano prende contatti diretti con Putin e Zelensky. Il vertice del 15 maggio in Turchia potrebbe segnare una svolta. Ma Mosca frena: “Nessun ultimatum”. Intanto l’Europa osserva con cautela e l’Ucraina chiede il sostegno del Papa

Putin respinge l'ultimatum

Trump tenta la mediazione tra Russia e Ucraina: a Istanbul potrebbe esserci un incontro storico

Potrebbe essere la data più importante degli ultimi tre anni per l’Europa orientale. Il 15 maggio, a Istanbul, Russia e Ucraina si troveranno di nuovo faccia a faccia. È il primo vero confronto diretto dall’inizio del conflitto su vasta scala nel 2022, e attorno al tavolo potrebbero sedersi anche attori insospettabili: Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, che in queste ore ha preso l’iniziativa di contattare direttamente sia Vladimir Putin che Volodymyr Zelensky, nel tentativo di forzare un ritorno alla diplomazia. “Ci sto pensando. Potrei esserci, se le cose lo richiedono”, ha dichiarato Trump prima di partire per l’Arabia Saudita. Il segnale è chiaro: la Casa Bianca del passato vuole ancora giocare un ruolo da protagonista nella geopolitica globale.

L’incontro in Turchia è stato costruito nelle ultime settimane con la regia silenziosa di Ankara. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha parlato telefonicamente con il collega russo Serghei Lavrov, confermando l’impegno della Turchia come ponte negoziale. Ma le difficoltà restano. Il Cremlino ha già rigettato l’ultimatum di Kiev per un cessate il fuoco di 30 giorni, giudicato “inaccettabile”. Lo ha detto chiaramente Dmitry Peskov: Putin è disposto a discutere, ma solo una soluzione definitiva, non una tregua imposta. Un modo per alzare la posta, mentre sul terreno la guerra continua con intensità. L’ultimo attacco con droni russi su Sumy ha causato almeno una vittima.

Da parte sua, Zelensky si mostra determinato. Il presidente ucraino ha confermato la partecipazione al vertice e ha rinnovato l’appello alla comunità internazionale. Tra i contatti più significativi, una telefonata con Papa Leone XIV, cui ha chiesto una visita a Kiev. “La sua presenza porterebbe speranza al nostro popolo”, ha detto. Al centro delle richieste ucraine c’è un cessate il fuoco totale di almeno 30 giorni, senza condizioni, per aprire uno spazio concreto di dialogo, sostenuto dai principali partner occidentali.

Putin, leader russo

L’Europa, però, resta in allerta. A Londra, i ministri degli Esteri riuniti nel formato Weimar+ (allargato all’Ucraina), tra cui l’italiano Antonio Tajani, guardano con scetticismo alla reale disponibilità della Russia. L’escalation degli attacchi, la retorica del Cremlino e il rifiuto di tregue brevi lasciano dubbi sulla possibilità di un passo indietro da parte di Mosca.

Trump punta sul pragmatismo e sul suo passato di relazioni personali con i leader globali. L’ex presidente americano ha detto di credere in un “buon risultato a Istanbul” e non ha escluso una sua comparsa diretta, alimentando le speculazioni su un possibile ritorno sulla scena internazionale. Resta da capire se la sua iniziativa sarà ben accolta da Mosca, che ha sempre preferito evitare mediazioni percepite come unilaterali, e se Kiev sarà disposta a sedersi senza precondizioni.

Il mondo osserva. A Istanbul si gioca una partita che va oltre la tregua: è un test per la diplomazia, per il ruolo degli ex leader globali e per la credibilità delle mediazioni. Per ora, l’unica certezza è il bisogno urgente di una pausa nei combattimenti. Se sarà vera pace o solo un altro vertice interlocutorio, lo diranno le prossime ore.

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