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08 Maggio 2025 - 18:16
Fumata bianca
La fumata bianca ha parlato chiaro. Alle 17:48 dell’8 maggio 2025, il mondo ha assistito all’elezione del 267° Papa della Chiesa cattolica. Dalla Loggia delle Benedizioni, il cardinale protodiacono Dominique Mamberti ha pronunciato le parole che già entrano nella storia: "Habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum Robertum Franciscum Prevost, qui sibi nomen imposuit Leo XIV."
È Robert Francis Prevost, 69 anni, nato a Chicago nel 1955, il nuovo pontefice. Il primo Papa statunitense nella storia del cattolicesimo. Eletto al secondo giorno di conclave, ha scelto il nome Leone XIV, evocando un papato forte, spiritualmente autorevole e profondamente riformatore, sulla scia di Papa Francesco ma con una marcata identità propria.
Agostiniano, missionario, pastore. Questo è il ritratto che emerge dell’uomo che ora guida la Chiesa universale. La sua esperienza più significativa resta quella in Perù, dove ha trascorso quasi vent’anni in missione, maturando una profonda conoscenza delle Americhe, delle loro ferite e delle loro speranze. Rientrato in Vaticano, ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità: prima vescovo di Chiclayo, poi prefetto del Dicastero per i Vescovi, infine cardinale nel 2023.
Un uomo che unisce. Così è stato definito all’interno del Collegio cardinalizio, dove la sua elezione è stata salutata come la scelta della continuità, ma anche del rilancio. Conosce bene il Nord e il Sud del mondo, parla spagnolo come l’italiano, e incarna quell’equilibrio tra pastoralità e dottrina che molti auspicavano per il dopo-Francesco.
La scelta del nome Leone non è casuale. L’ultimo a portarlo fu Leone XIII, Papa dell’Enciclica Rerum Novarum, profeta delle questioni sociali, promotore della dottrina sociale della Chiesa. Un riferimento forte e programmatico: Leone XIV promette attenzione ai poveri, alla giustizia e alla riforma interna.
Nelle sue prime parole da Papa, pronunciate con emozione e compostezza, ha invitato il mondo alla "pace, ascolto e riconciliazione". Non ha usato slogan, ma un tono sobrio e deciso. E si è congedato con un gesto inatteso: una lunga preghiera silenziosa rivolta alla folla riunita in Piazza San Pietro, un momento che ha ricordato l’esordio del suo predecessore, Francesco, nel 2013.
La Chiesa guarda ora a un futuro che si preannuncia complesso ma ricco di sfide. Il primo Papa americano avrà il compito di tenere insieme un’istituzione millenaria che attraversa profondi mutamenti. Sarà il ponte tra le due Americhe? Tra curia e popolo? Tra passato e futuro? Il cammino è appena iniziato.
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