AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
12 Maggio 2025 - 11:29
Università italiane in sciopero: la protesta dilaga da nord a sud contro tagli, precariato e riforme
Lunedì 12 maggio 2025 resterà una data simbolica nella storia dell’università italiana. Da Torino a Palermo, da Bologna a Bari, aule vuote e piazze piene hanno testimoniato la più imponente mobilitazione accademica degli ultimi anni. In centinaia di atenei e dipartimenti, docenti, ricercatori, dottorandi, assegnisti di ricerca e personale tecnico-amministrativo hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza. Una protesta nazionale lanciata dalla FLC CGIL con l’adesione di sigle come ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca), USB, Link – Coordinamento Universitario, e molte altre realtà territoriali. Il motivo? Salvare l’università pubblica dal collasso.
Al centro della contestazione ci sono i pesanti tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), l’unico strumento strutturale di sostegno agli atenei pubblici. Nel 2024 il governo ha tagliato oltre 500 milioni di euro rispetto all’anno precedente, lasciando molte università in affanno, impossibilitate a garantire continuità nei servizi, nelle assunzioni e nella didattica. A peggiorare la situazione, la fine dei fondi del PNRR, che aveva permesso l’assunzione temporanea di circa 10.000 ricercatori e 24.000 assegnisti di ricerca. Con la scadenza dei progetti europei, questi lavoratori rischiano ora di trovarsi senza contratto e senza prospettive.
Le piazze si sono riempite anche contro la proposta di riforma avanzata dalla ministra Anna Maria Bernini, che prevede l’introduzione di nuove figure contrattuali altamente precarie e la ridefinizione dei criteri di valutazione dell’attività accademica. Una riforma, dicono i sindacati, che non risolve le disuguaglianze ma le istituzionalizza, minando ulteriormente la stabilità del lavoro universitario e alimentando un sistema di competizione perennemente emergenziale.
A Torino, la mobilitazione è cominciata all’alba con un presidio al Castello del Valentino, sede del Politecnico, per poi proseguire con un corteo che ha raggiunto il Rettorato dell’Università degli Studi. In testa al corteo, uno striscione emblematico: “Senza fondi, senza futuro”. A Milano, manifestazioni molto partecipate all’Università Bicocca, con decine di assemblee autoconvocate. A Napoli, corteo degli studenti e flash mob al Dipartimento di Scienze Sociali. In ogni città, una denuncia unanime: il sistema universitario sta cedendo sotto i colpi del disinvestimento pubblico.
Ma non si tratta solo di numeri. È il modello di università pubblica ad essere sotto attacco, come ha spiegato una rappresentante di FLC CGIL durante l’assemblea romana all’Università La Sapienza: “Vogliono un’università azienda, basata su logiche di produttività, con lavoratori usa e getta e formazione al ribasso. Noi diciamo no: vogliamo stabilizzazione, fondi strutturali, diritto allo studio e libertà di ricerca”.
Tra le richieste principali della piattaforma unitaria: un piano straordinario di assunzioni, il reintegro immediato del FFO, il riconoscimento pieno del lavoro di ricerca precario, e l’opposizione al coinvolgimento degli atenei nella ricerca militare. Un grido d’allarme che riguarda tutti, non solo gli addetti ai lavori. Perché una università impoverita e frammentata, spiegano i manifestanti, significa formazione di qualità inferiore, meno innovazione, meno giustizia sociale.
Lo sciopero del 12 maggio è solo l’inizio. I sindacati annunciano nuove mobilitazioni per le prossime settimane e chiedono un tavolo nazionale con il Ministero dell’Università e Ricerca. L’università pubblica non si salva con le briciole, né con contratti a termine: serve un investimento politico e culturale, non solo economico. O il rischio è che la fuga dei cervelli diventi fuga delle idee. E a quel punto, sarà troppo tardi anche per protestare.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.