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Cuorgnè, esplode la protesta alla mensa dell’ospedale

Scatta lo stato di agitazione: lavoratrice con figlia disabile trattata fuori contratto

Scatta lo stato di agitazione: lavoratrice con figlia disabile trattata fuori contratto

Scatta lo stato di agitazione: lavoratrice con figlia disabile trattata fuori contratto

Alla mensa dell’ospedale di Cuorgnè, qualcosa si è rotto. O meglio: qualcosa è venuto a galla. Perché da anni, nel sottobosco dei servizi appaltati della sanità pubblica, si consumano storie di lavoro fragile, di diritti erosi e di vite messe in difficoltà da logiche aziendali che poco hanno a che fare con il pubblico interesse. L’ultimo caso riguarda una lavoratrice di 49 anni, madre di una figlia con disabilità riconosciuta ai sensi della Legge 104, che – pur essendo impiegata dal 2019 con un contratto a tempo indeterminato dalla Dussmann Service Srl, assegnataria dell’appalto per il servizio mensa all’interno dell’Asl TO4 – ha un contratto da 5 ore settimanali, quando il minimo previsto dal CCNL Multiservizi è 14 ore.

A denunciarlo è la UILTuCS, che il 6 maggio ha inviato una lettera al Prefetto di Torino chiedendo l’avvio della procedura di raffreddamento del conflitto: è il primo passo verso lo sciopero. «Abbiamo tentato ogni strada con l’azienda – spiega Ilenia Posa, funzionaria del sindacato – ma non c’è stata alcuna apertura».

Presidio dei lavoratori davanti ai cancelli dell'ospedale

La vicenda, apparentemente tecnica, nasconde uno squilibrio profondo: a Cuorgnè lavorano nove persone nella mensa, ma solo questa dipendente ha un contratto multiservizi. Le altre sono inquadrate col contratto della ristorazione collettiva. Lei, invece, è costretta a fare il "jolly" tra Cuorgnè, Caluso e Castellamonte, pur avendo un centro di costo fisso. E a fronte della sua stabilità contrattuale, c’è chi lavora accanto a lei con contratti a termine. Un paradosso.

La UILTuCS ha piantato le sue bandiere fuori dall’ospedale, segnalando pubblicamente lo stato di agitazione. In gioco non c’è solo una vertenza individuale, ma il rispetto delle norme, dei contratti e soprattutto delle persone. È già successo, nei mesi scorsi, che un caso analogo – quello della mensa scolastica di Caravino – si sia risolto dopo uno sciopero, con una vittoria per la lavoratrice coinvolta.

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