AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
07 Maggio 2025 - 22:36
L'assessore regionale Federico Riboldi
La colpa dei debiti in sanità? Facile: la sinistra non sa contare. È questo, in sintesi (anzi, no: in sintesi proprio no), il cuore della dichiarazione rilasciata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi, che, in un momento di inaspettata vena matematica, si scagliano contro l’opposizione rea – a loro dire – di confondere l’aritmetica con la propaganda.
«Adesso capiamo perché la sinistra ci ha lasciato tanti debiti: evidentemente non sanno contare», dichiarano con tono solenne e soddisfatto Cirio e Riboldi, come due studenti che, dopo aver preso un 6 stiracchiato in algebra, si convincono di essere pronti per la Bocconi. «E i numeri diffusi oggi lo dimostrano ancora una volta», aggiungono con la sicurezza di chi ha scoperto il teorema di Pitagora.
Il riferimento è ai dati elaborati dall’Osservatorio del personale sanitario, una creatura partorita nel giugno 2023 – e su cui l’attuale amministrazione regionale pare puntare tutte le fiches – che vede la partecipazione di Regione Piemonte, sindacati (sia del comparto che della dirigenza), aziende sanitarie e ospedaliere, e persino gli atenei. Un organismo “paritetico”, come ci tengono a sottolineare, che si riunisce periodicamente per certificare – attraverso piattaforme di monitoraggio scientifico – l’evoluzione degli organici nella sanità pubblica piemontese. Insomma, una specie di Torre di Controllo della sanità regionale, con tanto di radar puntati su ogni assunzione.
E cosa ha scoperto questo prodigioso strumento? Che al 31 dicembre 2024, nella sanità piemontese risultano in servizio 57.939 operatori, ovvero 1.455 in più rispetto a giugno 2023, quando erano 56.484. Non basta? Ecco allora il dato da mandare in visibilio la giunta: nel 2018 – quando a guidare la Regione era il centrosinistra – gli operatori erano “solo” 54.381. Tradotto: oggi ci sono 3.558 unità in più. Un trionfo, una scalata, un’ascesa che nemmeno l’Everest.
E la crescita non si arresta: l’aggiornamento al 31 marzo 2025, che sarà presto messo sul tavolo della prossima riunione dell’Osservatorio, indica un ulteriore incremento: 58.086 lavoratori, con un +147 rispetto a dicembre. In totale, da giugno 2023, l’aumento netto è di 1.602 operatori, al netto del turn over. E qui Cirio e Riboldi si fermano, guardano in camera, e sussurrano: “Pd, prendete nota: si dice netto. Ovvero, in più. Non sostituzioni.”
E per chi volesse entrare nel dettaglio, l’amministrazione fornisce anche la suddivisione: dei nuovi 1.602 assunti, ben 304 sono medici, mentre 798 sono infermieri e operatori socio-sanitari (Oss). Ma non basta vantarsi dei numeri. È l’ora di colpire gli avversari al cuore: “Oltre a un grave difetto aritmetico – rincarano la dose Cirio e Riboldi – il Pd dimostra anche una conoscenza carente degli strumenti giuridici”. Pum. E via con l’ennesima lezione di diritto sanitario in diretta streaming.
L’oggetto del contendere?
Le assunzioni a tempo determinato. Per l’opposizione, sarebbero il segno della precarietà diffusa nel sistema.
Per la Giunta, invece, un’evidenza scientifica di grande efficienza gestionale: “L’aumento dei medici assunti a contratto determinato – spiegano con tono accademico – è la prova che si sono fatte nuove assunzioni. Quelle a tempo determinato, infatti, sono regolate dal Decreto Calabria e rappresentano l’unico strumento legale per reclutare i medici in formazione specialistica”.
Alberto Cirio
E, tanto per non lasciare dubbi: “Il passaggio al tempo indeterminato avviene automaticamente al momento della specializzazione. Quindi, per favore, basta con le polemiche vuote e le critiche sterili”. Il sottotesto, neanche troppo velato, è il seguente: se volete aiutare la sanità piemontese, portate proposte serie, non calcolatrici rotte.
Infine, il gran finale, con tanto di invito bipartisan: “In questo contesto complesso, l’Osservatorio ha lavorato con l’obiettivo condiviso di aumentare il personale della sanità piemontese e i numeri confermano che questo lavoro è sulla buona strada. Sarebbe auspicabile che dalle forze politiche arrivassero più contributi concreti e meno polemiche strumentali”.
Insomma, la lezione del giorno è servita. La prossima volta, portare righello, squadretta e calcolatrice. Ma solo se omologate dall’Osservatorio.
Numeri, numeretti e illusioni statistiche: il grande show della sanità piemontese
A leggere certe dichiarazioni, sembra che la sanità piemontese sia diventata il paradiso terrestre. Altro che liste d’attesa, altro che reparti che scoppiano, altro che medici e infermieri in fuga: qui va tutto a gonfie vele. Parola dell’Osservatorio del personale sanitario, il nuovo oracolo tecnico-statistico con cui la Regione si autocelebra come se avesse appena vinto un Nobel per l’efficienza.
Certo, sulla carta, le cose sembrano brillare. Un aumento di 1.602 unità dal giugno 2023 a oggi. E poi 304 medici in più! 798 infermieri e OSS aggiunti! Basta leggere un foglio Excel e sentirsi rassicurati. Ma fuori da quell’ufficio climatizzato in cui l’Osservatorio si riunisce “periodicamente” (mai troppo spesso, si sa), c’è un mondo che va a rotoli. Solo che lì, nelle corsie reali, i numeri non bastano. Servono persone. E condizioni. E rispetto.
La verità, nuda e cruda, è che la realtà ha smesso da tempo di coincidere con la somma delle righe in una tabella. Possiamo anche dire che la casa è piena di mobili nuovi, ma se il tetto perde e i muri crollano, non sarà l’inventario ad aiutarci. In Piemonte, mentre la Regione canta le lodi del proprio bilancio del personale, i pazienti aspettano anche sei mesi per una risonanza magnetica. E i pronto soccorso? Sembrano zone di guerra. Ma hey, 1.602 assunzioni in più! E vuoi mettere?
L’ossessione per i numeri – quelli buoni, ovviamente, quelli che si possono usare in conferenza stampa – ha preso il sopravvento su tutto il resto. La qualità dell’assistenza? Un dettaglio. Il benessere del personale? Un optional. La continuità delle cure? Un inciampo statistico. L’importante è poter dire che il dato “è certificato”. Da chi? Dallo stesso ente che lo produce, ovviamente. Il cerchio si chiude. L’autoreferenzialità si fa sistema.
E allora eccoci qui, con un’amministrazione che non governa, ma conta. Che non risolve, ma presenta. Che non ascolta, ma monitora. E guai a far notare che le assunzioni a tempo determinato – presentate come successi – altro non sono che la spia di una precarietà cronica mascherata da efficienza. L’unica cosa veramente stabile, oggi, è l’instabilità.
Ma che importa? Se l’Osservatorio dice che va tutto bene, dev’essere vero. La realtà, come sempre, può aspettare. Magari alla prossima seduta. Magari in piedi, nel corridoio. Magari dopo aver firmato per essere dimessa. Dalla statistica.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.