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08 Maggio 2025 - 15:22
Acqua torbida a Rivoli: allarme bario e zinco nei rubinetti, la città chiede verità e trasparenza
A Rivoli, l’acqua non è più sinonimo di purezza. Da giorni sgorga torbida, con un colore che inquieta e un odore che non rassicura. Ma non è solo un problema estetico: le analisi parlano chiaro, e a preoccupare sono le alte concentrazioni di bario e zinco – due elementi che, se presenti in quantità fuori norma, possono minacciare seriamente la salute. Il bario è un potenziale tossico per l’apparato cardiovascolare e il sistema gastrointestinale, mentre lo zinco, pur essendo un oligoelemento necessario, può diventare nocivo se ingerito in eccesso. Una combinazione esplosiva, che ha trasformato la quotidianità domestica in un terreno di diffidenza e timore.
A sollevare il caso sono stati Valerio Calosso, Vincenzo Vozzo e Federico Depetris, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, che con un’interpellanza formale hanno messo sul tavolo la questione, chiedendo interventi urgenti, chiarezza e risposte documentate da parte del Comune, della SMAT (gestore della rete idrica), dell’ASL e dell’ARPA. Non si tratta, precisano, di un attacco politico: “Non è una battaglia contro l’amministrazione, ma per la salute dei cittadini”. E in effetti, la polemica si fa subito trasversale: perché quando l’acqua del rubinetto diventa un mistero, nessuna forza politica può permettersi il lusso del silenzio.
In molte case si ricorre ormai all’acqua in bottiglia, con un costo economico crescente e una rabbia che serpeggia. I rivolesi vogliono sapere: l’acqua che arriva nelle loro cucine è sicura? I livelli di bario e zinco superano davvero i limiti? E soprattutto: perché nessuno ha comunicato nulla prima che fossero i consiglieri a lanciare l’allarme? In un momento storico in cui la fiducia nelle istituzioni è fragile, la mancanza di trasparenza si paga carissima. Lo sanno bene anche i dirigenti SMAT, chiamati ora a raccogliere i dati analitici, renderli pubblici, e spiegare cosa ha generato il fenomeno.
Il Comune ha chiesto chiarimenti all’azienda e agli enti sanitari, ma per ora le risposte non sono arrivate. La preoccupazione cresce. L’acqua è un diritto primario, e come tale va trattata. Non può diventare oggetto di ambiguità, né può essere difesa a colpi di rassicurazioni generiche. Servono numeri, tabelle, riscontri ufficiali. Serve una risposta pubblica e trasparente, non comunicati evasivi.
La vicenda di Rivoli è solo l’ultimo esempio di quanto fragile sia l’equilibrio tra cittadino e istituzioni quando entra in gioco la salute. Ma è anche un’occasione per invertire la rotta. La SMAT può decidere se blindarsi dietro una comunicazione tecnica o aprirsi davvero al confronto. L’ASL e l’ARPA devono fare la loro parte. E l’amministrazione comunale ha il dovere di essere garante e megafono della comunità.
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