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06 Maggio 2025 - 11:46
L’RSA in Canavese per ora non riapre: con l’Asl c’è solo un accordo
La Residenza Sanitaria Assistenziale di Pont sta per riaprire? E’ questo il messaggio molto ottimistico passato nelle scorse settimane, dopo l’annuncio che il Comune e l’ASL TO4 avevano sottoscritto un accordo di programma per la gestione della struttura. Un ottimismo poco in sintonia con quanto era emerso durante il consiglio comunale di marzo, allorché il sindaco aveva addirittura ipotizzato la vendita dell’immobile per l’impossibilità di trovare un gestore.
In effetti è stato lo stesso Paolo Coppo a smentire le rosee congetture. Aprendo il suo intervento per illustrare il relativo punto all’ordine del giorno, nella seduta successiva, quella del 28 aprile, ha subito voluto precisare: “Voteremo la presa d’atto dell’accordo che ho firmato su mandato del consiglio ma questo non significa che si riapre, come tanti si erano illusi leggendo i giornali. Personalmente confido che la riapertura sia possibile ma bisognerà fare delle valutazioni ed emettere un bando pubblico. Questo atto vuole essere semplicemente un rafforzativo per il bando visto che l’ASL conferma formalmente i 40 posti letto accreditati più altri 20 autorizzati (come RSA o come Residenza Assistenziale Alberghiera per autosufficienti) e con la possibilità di utilizzare la struttura da parte dei medici di famiglia per l’assistenza primaria e per la continuità fra ospedale e territorio. Per chi vorrà gestire la struttura sarà un qualcosa in più. Di questo accordo avevamo parlato subito con le minoranze ed ora il consiglio è chiamato a prenderne atto”.
La firma dell'accordo
Mentre la volta scorsa entrambi i gruppi di opposizione erano parsi sorprendentemente accomodanti, in questo caso il capogruppo di “Noi per Pont” Gian Piero Bonatto si è espresso apertamente contro la vendita, ricordando che l’ex-ospedale era stato costruito anche grazie ai contributi dei pontesi e definendo “puro fumus” il documento firmato tra le parti: “E’ stato concepito per far vedere che l’ASL è interessata ma ben sappiamo che il mazzo delle carte lo ha in mano la Regione. Perché sono stati spesi 1.600 euro per far stimare l’immobile, valutato 507.000 euro? Quando si prende un’iniziativa del genere è perché si vuole venderlo. Qualora la RSA venisse riaperta rimanendo di proprietà pubblica trovereste da parte nostra le porte spalancate; in caso di cessione, sia pure ad un prezzo equo, saremmo invece sicuramente contrari”.
Al consigliere di maggioranza Moreno Turigliatto che gli poneva la domanda seguente: “Se i nostri avi fossero qui in questo momento, preferirebbero vedere quella struttura chiusa oppure aperta e con all’interno delle persone che ci lavorano?”, Bonatto ha ribattuto: “Finché è stata gestita dal Comune la Casa di Riposo funzionava bene. Dopo il passaggio all’ASL, nel 1999, sarebbe stato doveroso vigilare e, a partire dal 2014, imporre l’esecuzione dei lavori che la Commissione di Vigilanza aveva prescritto. Nessuna amministrazione lo ha fatto. Possibile che non si conoscesse lo stato delle cose? Adesso ci ritroviamo con il cerino in mano, con una struttura chiusa ed in pessime condizioni”.
Che la gestione diretta da parte del Comune fosse efficiente è un’opinione che molti non condividerebbero… Dal canto suo Coppo ha osservato che non esisteva nessun obbligo di controllo e che lui personalmente non aveva mai nutrito sospetti sulle condizioni della struttura, attribuendo invece precise responsabilità all’amministrazione di Bruno Riva, in carica al momento in cui, nel 2021, l’RSA venne dichiarata inagibile. “Non avrebbe dovuto lasciare che la chiudessero – ha sostenuto – si sarebbe dovuto opporre quando vennero portati via gli arredi e soprattutto non avrebbe dovuto firmare un accordo-capestro. Sarebbe bastato imporre all’ASL, con un’ordinanza, l’effettuazione dei lavori prescritti. Ora, dopo quattro anni di abbandono, le condizioni dell’immobile sono degenerate rendendo onerosissimo qualunque intervento”.
Bonatto non ha negato che la giunta Riva possa aver compiuto degli errori ma ha esortato a “non dare la colpa agli ultimi arrivati. Si è trovato a ricevere una mazzata sulla testa senza sapere da dove arrivasse. Non posso colpevolizzarlo”.
Lo scontro si è ancora protratto su un altro tema sensibile. “Con il clamoroso calo demografico che stiamo subendo – ha dichiarato il capogruppo di <Noi per Pont> - spendiamo tanti soldi per gli asili e nemmeno 5 euro per quella struttura destinata agli anziani”. Punto sul vivo, il sindaco ha ribattuto: “Meno male che lo facciamo, visto che l’asilo è inagibile!”. L’edificio che ospita la scuola materna è stato dichiarato inidoneo proprio mentre il sindaco progettava di spostare la scuola nell’attuale salone polivalente. “Quello studio è stato fatto ad hoc – è la tesi di Bonatto – Se dovessimo basarci sui parametri antisismici nemmeno questo edificio sarebbe agibile”.
La discussione si è chiusa con il voto sull’Accordo di Programma: la maggioranza si è espressa a favore, le minoranze contro. Quel che è certo è che, per il momento, la riapertura della RSA non è dietro l’angolo.
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