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05 Maggio 2025 - 17:16
Rivoli ha un problema di..."naso": Cascine Vica cittadini e istituzioni uniti per dire basta ai miasmi
C’è una battaglia silenziosa in corso nel cuore di Rivoli, nella zona di Cascine Vica, dove da mesi (ma in realtà da anni) un odore persistente e fastidioso affligge residenti e lavoratori. È un nemico invisibile, ma non per questo meno invasivo: una miscela di miasmi industriali che, secondo i dati raccolti, sanno di metallo e lavorazioni meccaniche. Dopo anni di segnalazioni, ora l’amministrazione comunale ha deciso di agire in modo strutturato, coinvolgendo Arpa Piemonte, l’ASL e la Città Metropolitana di Torino in un tavolo tecnico che mira a identificare le fonti di inquinamento olfattivo.
Il problema è noto dal 2017, come ha ricordato in consiglio comunale l’assessore all’Ambiente Angelo Tribolo, ma solo di recente è stata avviata una vera strategia di intervento. Le zone più colpite sono quelle tra corso Einaudi, corso Allamano, corso IV Novembre e via Fratelli Macario. A dare impulso al dibattito è stata l’interrogazione presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia Valerio Calosso, Vincenzo Vozzo e Federico Depetris, che hanno effettuato tre sopralluoghi e raccolto le testimonianze di 70 dipendenti della sede Dimar. I dati parlano chiaro: il 22,58% ha percepito odori riconducibili a metalli, e il 14,52% li ha ritenuti fastidiosi o molto fastidiosi.
Rivoli ha un problema di "naso"
Ora si punta a una soluzione concreta. Il Comune, in sinergia con l’Arpa, ha individuato un sito per la futura installazione di una stazione di rilevamento, mentre si avvia la selezione di cittadini volontari che compileranno un “diario degli odori”, annotando giorno, ora, intensità e tipo di puzza percepita. Un approccio partecipativo, dove la cittadinanza diventa sentinella ambientale, per trasformare percezioni soggettive in dati scientifici utili all’indagine.
La vicenda di Cascine Vica rappresenta un laboratorio civico di risposta ambientale: un piccolo modello di democrazia attiva, dove le istituzioni non calano soluzioni dall’alto ma costruiscono percorsi condivisi con chi vive il disagio sulla pelle. Ora la speranza è che, dopo anni di aria irrespirabile, finalmente qualcosa cambi. Anche nell’aria.
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