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Cronaca
05 Maggio 2025 - 17:22
Salvati 2 milioni di spettatori da un attentato sventato in extremis
Una serata che poteva tingersi di sangue si è trasformata in un inno alla vita e alla vigilanza. Il mega concerto gratuito di Lady Gaga sulla spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro, ha richiamato oltre 1,6 milioni di persone. Ma mentre i fan cantavano e ballavano, le autorità brasiliane stavano neutralizzando un piano terroristico di dimensioni devastanti.
Un complotto, rivelano le indagini, ideato da un gruppo estremista che mirava a replicare l’orrore del 2017 a Manchester, quando un kamikaze si fece esplodere al termine del concerto di Ariana Grande, uccidendo 22 persone. Quasi dieci anni dopo, la storia sembrava potersi ripetere. Ma non questa volta.
Dietro il piano, una rete di reclutatori digitali che utilizzavano piattaforme social per adescare adolescenti, camuffandosi da membri del fan club internazionale di Lady Gaga, i “Little Monsters”. Il piano prevedeva l’utilizzo di ordigni artigianali e molotov, da lanciare tra la folla. Il bersaglio: un evento simbolico, amato, vulnerabile.
Lady Gaga
A sventare il disastro è stato il Ministero della Giustizia brasiliano, grazie a una segnalazione dell’intelligence della polizia di Rio, approfondita dal Laboratorio di Operazioni Cibernetiche, struttura nata proprio per contrastare le forme moderne di radicalizzazione. L’operazione è scattata in tempo utile: i responsabili sono stati fermati prima di poter agire.
Il concerto si è svolto senza incidenti, e il palco che avrebbe potuto diventare scenario di lutto è diventato il simbolo di una vittoria collettiva. Perché oggi, a Copacabana, non si celebra solo la musica di Lady Gaga, ma la forza di un sistema di sicurezza che ha saputo ascoltare, analizzare e agire.
Una lezione importante: il terrorismo si adatta, sfrutta i codici della cultura pop, si insinua nei contesti più insospettabili. Ma può essere contrastato, con cooperazione, tecnologia e lucidità. E quando accade, il risultato è che due milioni di vite tornano a casa. Vive. E piene di musica.
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