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Casapound ricorda Marilena Grill a Torino con una gigantografia al Rondò della Forca

Polemiche per la commemorazione organizzata dal movimento di estrema destra

Marilena Grill a Torino

Marilena Grill a Torino

Una gigantografia con il volto di Marilena Grill, accompagnata da una frase che non lascia spazio a dubbi: “Ha dato la vita per l’amor di patria”. È l’iniziativa messa in atto da Casapound a Torino per commemorare la sedicenne ausiliaria della Repubblica Sociale Italiana, fucilata tra il 2 e il 3 maggio del 1945 e ritrovata senza vita al Rondò della Forca, dove oggi i militanti del movimento di estrema destra hanno affisso il poster.

Secondo quanto si legge nel comunicato diffuso da Casapound, “Marilena Grill venne fucilata proprio in questo spiazzo, senza un processo e senza aver commesso alcun crimine. Nell’anniversario di questo tragico evento ci è sembrato doveroso ricordare una giovane italiana che ha perso la vita per amor di patria”.

Il manifesto ritrae la giovane Grill e riproduce il francobollo a lei dedicato lo scorso 7 marzo dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, emesso ufficialmente da Poste Italiane e già al centro di polemiche per la sua matrice ideologica e revisionista. L’episodio rievocato da Casapound si inserisce infatti in una delle pagine più controverse della storia del dopoguerra torinese, in cui diverse ausiliarie della RSI vennero giustiziate sommariamente da nuclei partigiani, spesso in assenza di prove concrete o di procedimenti regolari.

L’omicidio di Marilena Grill – si legge ancora nella nota – è solo una delle tante storie che troppo spesso vengono taciute e dimenticate. È nostro dovere ricordare gli italiani che hanno perso la vita per mano dei partigiani”. Una presa di posizione netta, che ha subito sollevato reazioni nel mondo politico e civile, con richiami ai valori costituzionali della Resistenza e alla necessità di non riscrivere la storia con toni nostalgici.

L’iniziativa si colloca all’interno di un calendario di commemorazioni non ufficiali organizzate da gruppi neofascisti nei giorni successivi al 25 aprile, tra rievocazioni simboliche, cortei silenziosi e affissioni notturne. A Torino, città medaglia d’oro della Resistenza, il gesto assume un significato particolarmente provocatorio, a pochi giorni dalla celebrazione della Liberazione.

Resta aperto il dibattito pubblico sul ruolo della memoria e su quali eventi meritino di essere ricordati nello spazio urbano. Mentre per alcuni si tratta di revisionismo pericoloso, per altri è una voce alternativa nella lettura della storia nazionale. Quel che è certo è che il volto di Marilena Grill, impresso su un manifesto a pochi passi dal luogo in cui fu ritrovata senza vita, ha riportato sotto i riflettori un capitolo mai veramente chiuso del nostro passato.

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