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Una sonda dimenticata nello spazio sta tornando a casa dopo 52 anni: è in caduta libera!

Lanciata nel 1972 per esplorare Venere, finita in un limbo orbitale, ora è pronta a precipitare: la capsula da mezza tonnellata potrebbe cadere ovunque tra Scozia e Cile. Un campanello d’allarme sul caos dei detriti spaziali

Una capsula sovietica

Una sonda dimenticata dallo spazio sta tornando a casa dopo 52 anni: è in caduta libera!

Ha viaggiato sopra le nostre teste per oltre mezzo secolo, silenziosa, invisibile, trascurata. Ora Cosmos 482, una capsula sovietica grande come un’automobile, si prepara a rientrare nell’atmosfera terrestre tra il 9 e l’11 maggio in un ritorno spettacolare e potenzialmente pericoloso. Era il 1972 quando fu lanciata dall’allora Unione Sovietica con l’obiettivo di raggiungere Venere, ma qualcosa andò storto. Un guasto al razzo vettore la bloccò in orbita terrestre, dove è rimasta intrappolata per 52 anni.

La sua discesa incontrollata rappresenta un raro caso di lunga sopravvivenza in orbita bassa, dovuta alla straordinaria resistenza strutturale della capsula, progettata per affrontare le condizioni infernali del pianeta Venere. Secondo Jonathan McDowell, astronomo dello Smithsonian e tra i massimi esperti di dinamica orbitale, Cosmos 482 non è un semplice rottame: “Se ti colpisce, fa male”, ha detto senza giri di parole, facendo riferimento ai quasi 500 kg di metallo compatto che la compongono. Al momento del rientro, la capsula potrebbe ancora pesare diverse centinaia di chili, pur riducendo sensibilmente la velocità nella fase finale della caduta.

Per decenni è stata scambiata per detrito spaziale, ma alcuni dettagli – come la densità e il comportamento orbitale – hanno fatto intuire che si trattasse di un oggetto ben diverso dagli scarti di razzi o satelliti dismessi. McDowell ha guidato le analisi che hanno permesso di identificarla come la sezione di rientro di Cosmos 482, confermando la sua natura eccezionale e la sua traiettoria fuori standard.

Capsula spaziale in caduta libera

Il luogo dell’impatto resta sconosciuto: la fascia di latitudine interessata va da 51° nord a 51° sud, coprendo buona parte del globo, dall’Europa meridionale al Sud-est asiatico, dagli Stati Uniti all’Australia. “I pinguini sono salvi”, ha ironizzato l’astronomo, escludendo solo le regioni polari. Ma il 70% del pianeta è coperto da oceani, e le probabilità che la capsula finisca in un’area densamente abitata sono basse, seppur non nulle.

Per Marco Langbroek, altro studioso del rientro previsto, l’evento va visto come simbolo di un problema molto più ampio: lo spazio attorno alla Terra è sempre più affollato, tra satelliti commerciali, resti di razzi, missioni fallite e microdetriti.Lo spazio si sta riempiendo troppo in fretta”, ha ribadito McDowell. Un rischio non solo per i lanci futuri, ma per la sicurezza stessa dei nostri cieli.

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