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01 Maggio 2025 - 21:59
(FOTO ARCHIVIO) A Ceres il sindaco Davide Eboli con l'assessore Vignale
e ruspe potrebbero entrare in azione già a settembre, mettendo fine all’agonia architettonica di un edificio che ha segnato un pezzo di storia sociale e civile delle Valli di Lanzo. Dopo decenni di abbandono, l’ex colonia montana Broglia di Ceres si prepara a scomparire. Un addio definitivo, ma con lo sguardo rivolto al futuro. La Regione Piemonte ha recentemente incrementato di altri 150mila euro i fondi destinati all’operazione, portando lo stanziamento complessivo a 450mila euro, nell’ambito di un piano più ampio da oltre 20 milioni per la ristrutturazione di immobili pubblici sul territorio regionale.
Costruita nel 1933, la colonia fu inizialmente concepita come sede per i soggiorni dei giovani dell’Opera Nazionale Balilla, l’ente fascista che si occupava dell’educazione fisica e morale della gioventù. In seguito, la struttura cambiò destinazione, diventando un istituto dedicato all’accoglienza di bambini con disabilità. Le sue porte si chiusero definitivamente negli anni Settanta. Da allora, la colonia è diventata un rudere ingombrante, privo di manutenzione e sempre più pericolante, inaccessibile, eppure ancora fisicamente e simbolicamente presente nel tessuto urbano.
L’intervento in programma non si limiterà alla sola demolizione, il cui costo stimato è di circa 200mila euro. Il Comune di Ceres ha infatti dichiarato la volontà di ridisegnare l’intero comparto urbano attorno alla colonia. L’intenzione è di allargare via Chios, oggi poco più che un sentiero impraticabile, rendendola finalmente carrabile. Saranno inoltre rifatti l’asfalto, l’illuminazione pubblica e spostato il monumento ai caduti, attualmente in una posizione provvisoria, con l’obiettivo di completare la sistemazione di piazza IV Novembre, uno dei punti di snodo del paese.
Ceres
Ma il cuore dell’intervento potrebbe pulsare in un altro edificio, adiacente alla colonia: Villa Broglia. Un’elegante residenza in stile Liberty, costruita all’inizio del Novecento per volere del senatore Giuseppe Broglia, che scelse Ceres come sua località di villeggiatura. Villa Broglia, con il suo fascino retrò, il parco alberato e i raffinati dettagli architettonici, è oggi vincolata dalla Soprintendenza per il suo valore storico e culturale. Inaccessibile da anni, la villa è chiusa al pubblico per ragioni di sicurezza statica, ma conserva un enorme potenziale inespresso.
Un recente studio del Politecnico di Torino ne ha persino ipotizzato il recupero come struttura ricettiva, ipotizzando funzioni compatibili con il turismo sostenibile: un ostello, un centro di accoglienza o una casa della cultura. Il Comune si è detto disponibile a prendersene carico, ma ha chiarito che senza fondi esterni, ogni discorso rischia di restare sulla carta. Mettere in sicurezza Villa Broglia richiederebbe investimenti ben superiori alle attuali possibilità dell’ente locale.
Per ora, le attenzioni sono concentrate sul primo passo: l’abbattimento della colonia, che potrebbe concretizzarsi già nell’autunno 2025. In parallelo, è in fase di definizione l’accordo tra Comune e Regione per formalizzare l’assegnazione dell’area. L’intervento rappresenta un’occasione per risanare non solo uno spazio fisico, ma anche un pezzo di memoria collettiva che merita una nuova vita.
Dove per decenni si sono alternati giovani in villeggiatura, educatori e bambini con bisogni speciali, oggi potrebbe nascere un polo urbano rinnovato, aperto e accessibile. Ceres scommette sulla rigenerazione, in una sfida che unisce storia e progettualità, identità e futuro.
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