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30 Aprile 2025 - 13:57
Gioventù Nazionale ribattezza corso Unione Sovietica in "corso Sergio Ramelli"
TORINO – Un gesto simbolico, ma dal forte impatto politico. Gioventù Nazionale Torino, sezione D’Annunzio, ha ribattezzato corso Unione Sovietica in corso Sergio Ramelli, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’omicidio del giovane militante del Fronte della Gioventù, assassinato a Milano nel 1975. La notizia arriva con una nota ufficiale diffusa nella mattinata del 30 aprile. Il gesto, spiegano i promotori, vuole essere un atto di memoria e di rottura con ciò che definiscono “un passato di morte e violenza”.
“In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della gioventù ucciso nel 1975, sotto casa a Milano, a colpi di chiave inglese, da membri di Avanguardia operaia, Gioventù nazionale Torino sezione D'Annunzio sceglie di onorarne la memoria ribattezzando simbolicamente corso Unione Sovietica in corso Sergio Ramelli”, si legge nel comunicato.
I portavoce precisano che l'iniziativa ha un valore fortemente evocativo, ma non si esaurisce nel solo gesto. “Con questo gesto dal carattere simbolico intendiamo onorare la memoria di un giovane italiano brutalmente assassinato nel 1975 per le proprie idee, vittima dell'odio ideologico che ha insanguinato gli anni di piombo”, dichiarano.
La scelta di corso Unione Sovietica non è casuale. Il bersaglio è preciso: un nome che, secondo gli attivisti, non dovrebbe più avere spazio nella toponomastica cittadina. “Riteniamo inaccettabile che una delle principali arterie della nostra città porti ancora il nome di un regime responsabile di milioni di morti e repressioni. È tempo che Torino compia un atto di verità storica e morale, rimuovendo ogni residuo di celebrazione di un passato di morte e violenza”, affermano.
Infine, l’iniziativa è anche un appello rivolto direttamente a Palazzo Civico. “Con questa iniziativa intendiamo lanciare un messaggio chiaro: la memoria non può essere selettiva e la toponomastica cittadina deve riflettere valori di libertà, giustizia e rispetto per le vittime di ogni forma di violenza politica. Invitiamo l'amministrazione comunale ad avviare un percorso di revisione della toponomastica, coinvolgendo storici, cittadini e associazioni, per restituire dignità a chi ha pagato con la vita la propria fede politica e per rimuovere ogni omaggio a un regime che per anni seminò oppressione e miseria”.
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