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25 Aprile 2025 - 11:20
Manifesto su Sergio Ramelli
Un maxi manifesto in memoria di Sergio Ramelli, lo studente diciottenne aggredito a Milano da militanti dell'estrema sinistra e morto il 29 aprile 1975, è comparso mercoledì a Torino, affisso dai militanti di Avanguardia Torino, gruppo dell’area neofascista attivo in città. Il cartellone, di grandi dimensioni e collocato in uno spazio pubblico, è stato però oggetto di vandalizzazione nel giro di poche ore. A denunciarlo, con toni duri, sono gli stessi attivisti di Avanguardia, che hanno già provveduto a ripristinare il manifesto e hanno organizzato una commemorazione serale sul posto.
Secondo quanto dichiarato dal movimento, l’atto vandalico sarebbe opera di militanti antifascisti, accusati di non tollerare il ricordo pubblico di una figura considerata “martire” dai gruppi della destra radicale. “È vergognoso ma non ci stupisce ciò che è accaduto in queste ore nella nostra città” – affermano gli attivisti, che rilanciano accuse pesanti contro l’antifascismo militante, definito “un vero e proprio cancro per la società”. Parole che alimentano un conflitto politico e simbolico che da anni infiamma il dibattito pubblico intorno alle memorie contrapposte degli anni Settanta.
Il comunicato diffuso da Avanguardia Torino denuncia una presunta impunità e legittimazione culturale degli ambienti antifascisti, accusati di godere dell'appoggio della sinistra istituzionale e dei media mainstream. I militanti rivendicano invece con orgoglio la memoria di Ramelli, che secondo loro “vive ancora nei cuori e nelle azioni dei giovani italiani ed europei che lottano per la rinascita della Nazione”.
La vicenda riapre un vecchio capitolo della storia politica italiana, quello delle vittime simboliche della violenza politica degli anni di piombo, tra memoria selettiva e scontri ideologici mai sopiti. Il gesto di affiggere un manifesto per Ramelli – figura storicamente commemorata dalla destra neofascista – ha assunto, come spesso accade, una valenza politica e identitaria. Allo stesso modo, la vandalizzazione del cartellone si inserisce in un contesto in cui il ricordo di certi nomi è conteso, divisivo, e carico di tensione.
Non si conoscono al momento dettagli ufficiali sugli autori dell’azione vandalica, né sono stati annunciati interventi da parte delle autorità cittadine. Resta però il dato politico: nel 2025, a cinquant’anni dalla morte di Sergio Ramelli, la sua figura continua a rappresentare una linea di frattura ideologica profonda nel tessuto urbano e culturale di Torino, città da sempre attraversata da contrapposizioni forti tra memoria antifascista e movimenti della destra radicale.
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