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“La consigliera fa la piaciona col pubblico”: bufera a Rivarolo Canavese sul sindaco accusato di sessismo in aula

Durante la discussione sul futuro della pista da motocross, il primo cittadino avrebbe rivolto un commento giudicato sprezzante e misogino alla capogruppo Helen Ghirmu. L’opposizione insorge e chiede pubbliche scuse: “Una triplice sconfitta, tecnica, politica e umana”

“La consigliera fa la piaciona col pubblico”

“La consigliera fa la piaciona col pubblico”: bufera a Rivarolo Canavese sul sindaco accusato di sessismo in aula

È scandalo politico a Rivarolo Canavese, dove un’uscita infelice del sindaco durante il consiglio comunale del 24 aprile ha acceso la miccia di un caso che ha ormai superato i confini dell’aula. Oggetto del contendere: la discussione su una delibera per la cancellazione dal piano regolatore della storica pista da motocross, definita dall’amministrazione un “refuso”, ma percepita da molti cittadini come un attacco a un’attività presente sul territorio da oltre quarant’anni.

Le minoranze “Energia per Rivarolo” e “Rivarolo” avevano chiesto di sospendere il voto, segnalando presunti vizi procedurali e carenze normative, e proponendo di aprire un confronto pubblico con la cittadinanza. Incalzato da domande puntuali e critiche severe, il sindaco, secondo il comunicato diffuso successivamente da Energia per Rivarolo, avrebbe perso il controllo e risposto con un commento giudicato offensivo e sessista: avrebbe accusato la capogruppo Helen Ghirmu di “fare la piaciona con il pubblico”, suggerendo che il suo consenso fosse frutto di atteggiamenti seduttivi e non di contenuti.

Il gruppo ha definito l’episodio «l’ennesima caduta di stile del sindaco», che già in passato si sarebbe rivolto con toni denigratori al consigliere Cerrano, liquidandone le competenze nonostante una lunga esperienza nella macchina comunale. Oggi, l’accusa è ancora più grave: di aver scelto parole misogine, allusive e inaccettabili, rivolte a una donna che stava legittimamente svolgendo il proprio ruolo politico.

Ghirmu ha reagito con un comunicato deciso, definendo le parole del sindaco «sprezzanti, sessiste e offensive non solo verso la mia persona, ma verso tutte le donne che operano con serietà nelle istituzioni». Una condanna dura, che definisce l’episodio come una “triplice sconfitta” del sindaco: tecnica, politica e umana. Tecnica, per aver dovuto ritirare una delibera contestata; politica, per aver scelto di non affrontare il merito della questione; umana, per non aver retto la pressione del dibattito e aver risposto con un attacco personale.

Il gruppo di opposizione ha chiesto pubbliche scuse e ha sollecitato la Presidenza del Consiglio comunale a intervenire, auspicando l’organizzazione di un incontro aperto sull’hate speech e sull’uso responsabile del linguaggio pubblico. Un’iniziativa che, sottolineano, sarebbe un’occasione per trasformare un incidente in un percorso di consapevolezza collettiva. Per l’opposizione, è ora che chi guida il Comune dimostri di essere all’altezza del ruolo, non solo nei contenuti ma anche nei toni.

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