AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
28 Aprile 2025 - 09:47
Il Consiglio comunale è stato convocato lunedì 28 aprile alle ore 20,30.
Sono 11 i punti all’ordine del giorno: i primi sette riguardano l’ordinaria amministrazione del Comune. I punti dall’ottavo al decimo concernono invece il rischio alluvione e le misure per mitigarlo. L’ottavo punto stabilisce che il consiglio eleggerà una commissione consiliare dedicata al “Progetto del bacino di laminazione multiscopo a monte dei campi sportivi”.
Il nono e il decimo punto riguardano due mozioni presentate dal gruppo consiliare “Salviamo Montanaro” capeggiato dall’ingegner Ponchia (l’undicesimo è costituito dalle comunicazioni del sindaco).
Con la prima mozione, i consiglieri di “Salviamo Montanaro” chiedono che il consiglio comunale approvi la petizione del Comitato Pro Alluvionati. Per la precisione, che approvi “quanto richiesto dai cittadini firmatari della petizione pro bacino di laminazione a monte dei campi sportivi”, e mandi la petizione alla Regione.
Peccato che nell’ordinamento del Comune di Montanaro l’istituto della “petizione” non esista. Non esiste nello Statuto Comunale. Né altrove: infatti, per le forme di partecipazione dei cittadini lo Statuto rinvia ai regolamenti comunali.
Sono due i regolamenti che riguardano la partecipazione, ma in nessuno dei due c’è traccia di qualcosa come l’istituto della “petizione”. Sono rispettivamente del 2005 e del 2008.
Ma l’ingegner Ponchia, che invoca ogni giorno “la petizione” e incalza il sindaco Careri affinché la approvi e la mandi in Regione, ha avuto dieci anni di tempo, quando era sindaco, per introdurre la petizione nello statuto o nei regolamenti.
Ha avuto dieci anni di tempo, e anche per quanto riguarda le forme di partecipazione in dieci anni non ha provveduto a dotarle di regole precise.
Quindi, se per il Comune la petizione semplicemente non esiste, che cosa sono le firme del Comitato Pro Alluvionati? Sono semplici firme, non una petizione. Firme importanti e sentite, ma solo firme.
Il Comitato ha creduto di fare una petizione e invece ha fatto una semplice raccolta firme informale, simbolica. Il consigliere Ponchia non li ha avvisati?
L’ingegner Ponchia chiede anche che l’amministrazione Careri mandi la “petizione” alla Regione.
Ma in Regione si guarderebbero in faccia stupiti: che “petizione” è questo pacco di fogli con tante firme provenienti da un Comune dove la “petizione” non esiste?
Nella stessa mozione, “Salviamo Montanaro” chiede che il sindaco e la giunta approvino “velocemente” il progetto del bacino di laminazione. “Velocemente”? Ma Ponchia ci ha messo dieci anni a fare progetti, e l’ultimo, quello dell’aprile 2024, la Regione lo ha giudicato talmente imperfetto che lo ha rimandato indietro sottolineando con la matita blu 21 criticità in gran parte di natura ambientale. In altre parole, in dieci anni Ponchia non solo non è riuscito a realizzare il bacino di laminazione promesso fin dal 2013, ma non è riuscito nemmeno a farsi approvare il progetto.
Forse non è del tutto demerito suo (il Covid, ecc.), ma resta il fatto che non ci è riuscito.
E ora sollecita Careri a sbrigarsi?
Nella seconda mozione “Salviamo Montanaro” chiede che la giunta nomini un “rappresentante tecnico del Comune… per la partecipazione alla prossima conferenza dei servizi”.
Non sappiamo se “Salviamo Montanaro” ha già un nome da proporre. Ma noi un’ipotesi la facciamo.
In una dichiarazione apparsa il 15 aprile nella pagina facebook “Ex sindaco di Montanaro e gruppo consiliare Salviamo Montanaro”, il gruppo chiede al sindaco Careri di nominare l’ing. Giovanni Ponchia “tra i rappresentanti del Comune di Montanaro che parteciperanno in Regione Piemonte ai lavori della Valutazione di Impatto Ambientale”.
Perché proprio Ponchia? Perché l’ingegnere “grazie alla sua competenza in materia ha seguito il progetto in questi anni”. Sì, certo, ha seguito il progetto per ben dieci anni senza riuscire nemmeno arrivare all’approvazione del progetto…
LETTERA APERTA del COMITATO di DIFESA AMBIENTALE di MONTANARO al Sindaco dr. Antonino Careri, all’Amministrazione Comunale e al Consigliere ing.Giovanni Ponchia.
Egregio sindaco, egregi consiglieri,
L’imponente evento del 17/4/2025, ha confermato, e su questo eravamo e siamo tutti d’accordo, che esiste un rischio idraulico residuo.
In attesa di opere idrauliche di completamento di quanto già iniziato a salvaguardia del paese con i primi 3 lotti dello scolmatore, per la realizzazione delle quali ci vorranno diversi anni, è importante leggere approfonditamente lo studio di verifica degli ingg. Enrione e Fornero del 06/2022, cosiddetto collaudo del III lotto dello scolmatore.
Riteniamo che tale documento sia di fondamentale importanza per poter valutare di intraprendere azioni che fin da subito o comunque in un tempo più breve di un decennio, possano parzialmente mitigare il rischio idrogeologico, nel caso che si verifichino nel frattempo eventi analoghi o maggiori rispetto a quello del 17-4.
Lo studio di verifica suddetto elenca le opere fatte sul territorio, previste dal piano generale di mitigazione del rischio idraulico, elenca inoltre quelle previste che non sono state realizzate: completamento del IV lotto e opere complementari.
Elenca le opere che sono state fatte a monte a Foglizzo e sul torrente Orco e avverte che il rischio idraulico è influenzato dalla gestione di organi di regolazione esterni al comune, sul torrente Orco e sul Canale di Caluso, avvisa che la mitigazione del rischio idraulico è influenzato da una corretta gestione degli organi di regolazione sul canale scolmatore, avvisa che risultano invariate le condizioni di rischio idraulico nel settore orientale, avvisa che qualsiasi opera realizzata non può che mitigare il rischio e che le opere idrauliche non possono in nessun modo compensare problematiche di allagamento connesse al malfunzionamento delle reti fognarie di collettamento delle acque.
Vi invitiamo tutti a riflettere sul fatto che le azioni per contenere alluvioni ed allagamenti debbano essere prese su più fronti.
Il P.G.R.C. art. 54 N.T.A. sancisce da più di un decennio che alcune zone del paese necessitano di interventi di miglioramento e manutenzione rete di drenaggio a scala locale.
Ci chiediamo dunque perché non sia stato intrapreso in tutti questi anni un piano di collaborazione con la S.M.A.T. per potenziare le fognature come previsto da P.R.G.C., neppure per esempio in piccola parte quando è stata rifatto il manto stradale di via Cesare Battisti, numerosi concittadini si pongono questo interrogativo (a cui chiediamo risposta all’ex sindaco Ponchia).
Auspichiamo che la presente amministrazione affronti finalmente anche questa problematica: l’evento del 17-4-25 ha in tutta evidenza confermato che la rete di drenaggio a scala locale è inefficiente.
Qualche mese fa abbiamo scambiato alcune missive con il comitato pro-alluvionati, con i quali concordiamo che occorre sistematicamente pulire lo scolmatore, le rogge e i rii e l’utilità delle opere complementari per migliorare la situazione idraulica territoriale, ci chiediamo quindi perché non siano state valutate prima (Ponchia potrà rispondere) e invitiamo l’attuale amministrazione a valutarle ora.
Il suddetto studio di verifica invita, nelle more del completamento delle opere di mitigazione del rischio idraulico, a dotare la protezione civile di sacchi di sabbia che possano eventualmente deviare le acque che arrivassero da via Roma verso la parte bassa del paese San Anna e San Rocco nella Gora di Chivasso e nella Bealera di Montanaro: questa precauzione è stata valutata dalla precedente e dall’attuale amministrazione comunale?
Il Consorzio Irriguo di Caluso nel 11/2020 aveva indicato un punto sul territorio di Rodallo, che potrebbe deviare le acque verso il rio Vallunga per poter portare minor flusso al rio Fossasso. Tutti consapevoli del fatto che tale opera non sarebbe risolutiva del rischio idraulico residuo insistente sul rio Fossasso, ci domandiamo perché non sia stata valutata dalla precedente amministrazione, in quanto avrebbe potuto ridurre la portata del Fossasso, che sappiamo ha avuto un principio di esondazione il 17-4-2025, in via Caluso all’incrocio con via Ubertini.
Il consorzio irriguo aveva inoltre invitato nel 2020 l’amministrazione comunale a procedere in collaborazione con la protezione civile al censimento delle rogge, dei canali e dei rii che abbiano funzione di scaricatore, valutando se la sezione idraulica sia atta a smaltire le portate d’acqua promiscua transitante negli stessi.
Tale lavoro è stato preso in considerazione dalla precedente amministrazione? Può essere valutato dall’attuale amministrazione, può essere di supporto per affrontare future emergenze idrauliche?
Il suddetto studio di verifica di collaudo III lotto scolmatore del 2022 a pag. 21-22 sostiene che il canale scolmatore sia stato dimensionato con riferimento ad una portata di progetto che comprende anche i contributi del Rio Auzero e Rio Fossasso (IV lotto).
Tuttavia allo stato attuale, essendo il IV lotto del canale scolmatore non realizzato e sempre secondo lo studio di verifica di collaudo del III lotto citato, in caso di eventi consistenti non è necessario che vengano aperte parzialmente le prese sul rio Vallunga, per far defluire le acque in esubero verso il concentrico del paese lungo le rogge.
Il 17-4-2025 lo scolmatore ha assolto alla sua funzione, ha difeso il centro abitato, esondando nei campi a sud ed ad ovest dove è previsto che esondi; inoltre la sponda sinistra, cioè l’argine maestro, ha retto, ha ceduto un punto in sponda destra.
Opere di ripristino saranno necessarie per: ricostruire la sponda crollata, rimuovere il legname rimasto impigliato nelle reti con funzione di filtro, rimuovere il fango e le pietre rimaste depositate nelle griglie e negli alvei dei rii.
Se si ritiene che, in contrasto a quanto detto dal progettista dello scolmatore, il canale scolmatore non regga, neppure in assenza di IV lotto, e vadano di conseguenza aperte le prese sul rio Vallunga, per un parziale deflusso verso il concentrico; allora a maggiore ragione occorre accelerare l’esecuzione almeno di alcune delle opere complementari, che qui per comodità elenchiamo:
• pulizia e rimodellamento alveo Rio Fossasso
• adeguamento manufatto immissione nella Gora Baina
• ripristino funzionalità idrauliche sottopassi Gora di Chivasso ferrovia e strada provinciale
• formazione bacino di laminazione Gora Baina
• adeguamento sistema di raccolta, convogliamento ed evacuazione acque meteoriche zone San Rocco – S.Anna
• rimodellamento alveo ed adeguamento sezione di deflusso Gora Baina
• prolungamento in direzione sud dell’arginello in sponda sinistra del canale Scolmatore Nord
La regione Piemonte valuterà a breve l’impatto ambientale del progetto del Bacino di Laminazione di Allara S.p.A.
Rimpiangiamo il vecchio progetto del Bacino Azzurro, ancora non comprendiamo perché non sia stato possibile realizzare il bacino di laminazione prospettato dal 2013, situato nelle cave esistenti ad est ferrovia. Era un progetto che piaceva a tutti poiché permetteva di risolvere una parte di rischio idrogeologico residuo e scongiurare il rischio di insediamento di nuove discariche (3 volte presentatosi a Montanaro in zona Ronchi), senza rischio di inquinare la falda acquifera.
Certamente necessitava di fondi pubblici per pagare gli espropri e i manufatti, ma questo si sapeva fin dall’inizio.
Perché non è stato fatto lo studio comparativo tra scolmatore e bacino, di cui la Regione ha indicato la necessità fin dal 12/2013? Il progetto del “Bacino Azzurro” era nella procedura RENDIS per la richiesta dei finanziamenti per rischio idrogeologico fino al 2017, come mai non è mai stato presentato un progetto supportato con tutta la documentazione richiesta affinché tale progetto potesse ottenere dei finanziamenti?
Le cave in Zona Ronchi sono previste in ampliamento a sud (in base al nuovo P.R.A.E Piano Regionale Attività Estrattive) verso il concentrico, e la precedente amministrazione non ha posto nessun vincolo sul P.R.G.C., affinché si eviti in tale zona di andare avanti all’infinito con ampliamenti, ma Ponchia ha ammesso, in una lettera al comitato scrivente del 02-2023, che, “tenuto conto che sono trascorsi più di 10 anni dall’approvazione del PRGC, è auspicabile mettere mano al Piano Regolatore nei prossimi anni”.
Auspichiamo dunque che l’attuale amministrazione, considerato che l’autorizzazione sui siti delle cave attive scade il 01/06/2026 ed è previsto un ampliamento con il nuovo P.R.A.E. del 2023, inserisca dei vincoli tramite piano regolatore su dette aree e loro limitrofe, in modo che ulteriori ampliamenti non possano più essere autorizzati da Città Metropolitana.Ringraziamo i volontari di protezione civile per il lavoro svolto nel corso di questo importante ultimo evento atmosferico.
Con la presente si coglie l’occasione per ricordare che quando ci sono eventi atmosferici importanti occorre che i cittadini non si rechino nelle zone a maggior rischio esondazione, per non intralciare gli addetti e per non trovarsi in situazioni di pericolo.
Abbiamo fatto vari sopralluoghi a partire dal 18/4/2025 in campagna, con foto che documentano i segni sul territorio lasciati dall’evento e la necessità di opere di ripristino, inoltre abbiamo anche molte foto da noi effettuate in paese la mattinata del 17-4-2025, nei punti con più forte deflusso di acqua e allagamenti nel concentrico.
Attendiamo il responso della Regione Piemonte relativamente alla V.I.A. del progetto del bacino di laminazione di Allara S.p.A. e ci auguriamo che l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco dr.Careri possa lavorare in un clima politico più sereno.
Ringraziamo l’ing. Giovanni Ponchia per le riposte che cortesemente vorrà fornirci.
Invitiamo l’attuale amministrazione ed il gruppo di minoranza ad una collaborazione costruttiva, tenendo in considerazione quanto esposto sopra ed auspichiamo che l’attuale amministrazione affronti le suddette numerose problematiche rimaste irrisolte.
Cordialmente,
il Comitato di Difesa Ambientale di Montanaro
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.