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23 Aprile 2025 - 21:57
Alluvione, dal fango spunta la statua della Madonna col Bambino protettrice del paese: "E' un segnale"
Nel silenzio che segue ogni tempesta, quando il cielo sembra aver versato tutte le sue lacrime e il fango ha inghiottito ogni traccia di normalità, è proprio lì che si fanno strada i segni della speranza.
A Lauriano l’alluvione che ha colpito il paese tra il 17 e il 18 aprile ha lasciato ferite profonde.
Le intense precipitazioni hanno provocato frane, allagamenti e l’isolamento del centro abitato: strade interrotte, abitazioni invase dall’acqua, decine di persone bloccate, tra cui alcune intrappolate in un caseificio, poi tratte in salvo grazie al coraggio e alla prontezza dei vigili del fuoco.
Silvia Stura
Ma tra le tante immagini di distruzione, ce n’è una che ha colpito profondamente il cuore della comunità: quella di una piccola statua della Madonna, trascinata via dalla piena del Rio Grande che attraversa il paese.
Sembrava ormai perduta, ma è stata ritrovata immersa nel fango.
Da anni vegliava all’angolo tra via IV Marzo e il viottolo interno che porta verso i campi, custodita in una cappelletta in muratura, un luogo silenzioso e raccolto, familiare ai passanti e caro agli abitanti della zona.
È stata portata via dalla furia dell’acqua, scomparsa per giorni, lasciando un vuoto in chi ne custodiva la memoria.
Ma ora è riemersa: priva di una mano, sì, ma con lo sguardo dolce e rassicurante intatto, rivolto verso chi ancora le affida le proprie preghiere.
Accanto a lei, il piccolo Gesù Bambino – anch’egli danneggiato ma riconoscibile – completa un’immagine che, nonostante la prova subita, continua a trasmettere forza, tenerezza e fiducia.
È in quel viottolo, ricoperto di melma e detriti, che Silvia Stura, residente poco distante e membro attivo del gruppo storico-culturale Laberianum, ha scorto tra le macerie quella figura familiare.
Insieme alla signora Maria Teresa, sua vicina, si è chinata tra il fango ancora fresco e, con delicatezza, ha liberato la Madonnina dalla terra.
Sporca, priva della mano destra, ma integra nello sguardo.
Le due donne l’hanno lavata con cura, quasi con devozione, e l’hanno rimessa al suo posto: “Era lì, nel viottolo interno, quasi interamente sepolta,” raccontano. “Quando abbiamo visto spuntare quel viso, ci siamo guardate e abbiamo capito subito: era lei.” Solo la mano destra mancava. “Ma noi abbiamo pensato: ha dato la sua mano per proteggere le persone. Nessuno si è fatto male, nonostante tutto quello che è successo.”
Il ritrovamento della statua ha suscitato grande emozione nella comunità, che ha accolto la notizia come un segno di protezione e rinascita.
Il gruppo Laberianum, da anni impegnato a preservare la memoria storica e culturale di Lauriano, ha proposto che la statua non venga restaurata, affinché la sua mutilazione resti a futura memoria. Una ferita visibile, sì, ma anche un segno tangibile della resistenza e della forza di un’intera comunità. Un simbolo che racconta, senza bisogno di parole, ciò che il paese ha vissuto – e superato: “Quella mano mancante è un segno. Racconta di un evento che non vogliamo dimenticare” dicono.
Questo gesto ha toccato le corde più profonde dell’identità locale. La devozione alla figura femminile e materna, in questa terra, ha radici antiche: dai culti celtici della Matrona, alla dea Iside dei Romani, fino alla Madonna Nera di Sant’Eusebio: “È come se, nei momenti difficili, fosse sempre una figura materna a guidarci”, aggiungono.
La Madonnina ritrovata nel fango non è solo una statua danneggiata: è il riflesso di una tradizione viva, che unisce passato e presente, sacro e quotidiano. In quei giorni di fango e paura, anche una semplice immagine può diventare un faro.
Oggi, la Madonnina veglia nuovamente su Lauriano. È lì, nel suo angolo di strada, tra il verde dei campi e le cicatrici dell’alluvione, testimone silenziosa di una tragedia evitata e simbolo potente di rinascita. E il suo sguardo, che nessuna piena ha potuto spegnere, continua a trasmettere fiducia e protezione a chi le passa accanto.
Il gruppo Laberianum (foto d'archivio di una visita guidata)
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