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"Non si fa sciacallaggio politico sull'alluvione!": la sindaca di Lauriano risponde alle critiche ricevute in Consiglio

La replica durissima della sindaca alla minoranza e al consigliere comunale Riccardo Ferrero

"Non si fa sciacallaggio politico sull'alluvione!": la sindaca di Lauriano risponde alle critiche ricevute un Consiglio

Mara Baccolla non ci sta. Dopo il caos dell’ultima seduta del consiglio comunale, dopo le urla, le accuse e l’abbandono dell’aula da parte della minoranza e dei cittadini, la sindaca di Lauriano prende carta e penna e replica punto per punto. Il tono è deciso, diretto, a tratti amaro. Nessuna retromarcia. Nessuna concessione.

“NON SI FA’. Non si usa un Consiglio comunale convocato prima dell’alluvione, indispensabile per approvare il rendiconto e rendere possibile ORA l’utilizzo dell’avanzo libero per far fronte all’emergenza, per mettere in scena uno squallido teatrino di sciacallaggio politico”, scrive la sindaca, parlando di tragedia strumentalizzata e definendo quanto accaduto “uno spettacolo indegno”.

“Non si urla, non si insulta, non si minaccia, non si battono i pugni sul tavolo, non si usa un linguaggio degno della peggiore taverna in una sede istituzionale”. Il riferimento è a quanto avvenuto ieri sera in Consiglio.

Baccolla rivendica la fatica e l’impegno: “C’è chi, e sono moltissimi, che in questi giorni è stato in strada, nelle case, e c’è chi ha avuto il tempo di scrivere 5 pagine di elegante prosa politica e arrivare in consiglio fresco di parrucchiere. Io, il vicesindaco e altri consiglieri siamo arrivati con le scarpe e gli abiti ancora sporchi, poche ore di sonno in cinque giorni e una doccia quando capita”.

E poi il nodo della partecipazione dei cittadini: “La maggioranza NON HA RESPINTO LA RICHIESTA DI APRIRE IL CONSIGLIO AI CITTADINI. Ha chiesto con emendamento di posticipare la sessione aperta dopo l’approvazione del bilancio. La mancanza di senso istituzionale della minoranza e del consigliere Ferrero li ha condotti ad abbandonare l’aula. In tutto sono stati 20 minuti circa. Una sola cittadina si è fermata, ascoltata da noi con attenzione e con la quale stiamo già lavorando per indirizzare il problema sollevato”.

“Non ho avuto alcun malore”, precisa, smentendo quanto diffuso da una testata. “L’interruzione del consiglio è avvenuta per dar modo al gruppo di maggioranza di formulare l’emendamento proposto”. Ma ammette: “Sono molto amareggiata. Sono stata offesa con giochi di parole sul mio cognome, sul mio titolo di studio definito inutile, e con accuse sessiste. Gli attacchi personali non servono”.

Poi, il passaggio più politico: “Intendo chiarire definitivamente al consigliere Ferrero che continua a rimanere formalmente nel gruppo di maggioranza pur senza sentirsene parte – e di cui stigmatizzo la scurrilità di linguaggio – che la gestione dell’emergenza e il suo comportamento non fanno che rafforzare la bontà della mia decisione di non attribuirgli deleghe in giunta, men che meno la carica di vicesindaco”. E lo ammonisce: “I voti che ha preso sono stati ottenuti in una lista con il mio nome e una squadra di valore. Spero con questo di chiudere definitivamente la questione che aleggia da quasi due anni”.

Sulle dimissioni richieste in aula: “Quanto alla richiesta di dimissioni urlata dalla minoranza e da Ferrero, spetta al Consiglio richiederla e votarla. Certamente non mi sottrarrò a questa sfida. A me non interessano i post scandalistici o autocelebrativi, voglio poter lavorare duramente e con competenza come so fare e potendo contare su 6 consiglieri affidabili e concreti.”.

Infine, entra nel merito dell’alluvione: “Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza il nostro Comune ha un piano di protezione civile completamente rinnovato e approvato dal consiglio nel mese di novembre, guarda caso anche in quella circostanza la minoranza abbandonò l’aula. Abbiamo aperto il COC (Centro Operativo Comunale) il 17 aprile in contemporanea con i comuni limitrofi. Da quel momento la gestione degli interventi di Protezione civile è avvenuta in stretto coordinamento con il prefetto per tutta l’area ed abbiamo formalmente adottato le ordinanze e le delibere necessarie ad avviare i soccorsi e porre le premesse per gli atti successivi. Massima attenzione è stata posta ai casi di fragilità sociale e data massima priorità agli interventi sulle aree del paese più colpite. Tutti coloro che si sono proposti per aiutare manualmente o con compiti delegati di coordinamento sono stati accolti ed impiegati, in primis i consiglieri. Dalla minoranza ho ricevuto segnalazioni di interventi necessari, indirizzati prontamente, nessuno di loro – che avranno pure prestato la loro opera in case private - si è presentato per mettersi a diposizione del Comune come parte integrante dell’istituzione, venendo meno alla loro millantata e reiterata dichiarazione di collaborazione".

Il bilancio è drammatico: “Dopo 5 giorni di emergenza vera, con montagne di fango e rifiuti raccolti e accumulati il nostro paese riprende a respirare. Si è messa in moto per noi una macchina di soccorsi eccezionale cui si è sommato l’apporto di centinaia di volontari civili e degli impiegati comunali che hanno rinunciato alle loro ferie per supportare una Pasqua e Pasquetta davvero speciali. Abbiamo visto case e persone a cui sono stati sottratti mobili, automobili e i ricordi di una vita intera dalla furia delle acqua. Tra mercoledì e giovedì in meno di 20 ore sono caduti sul nostro territorio più di 200 ml di acqua, l’equivalente dell’alluvione del 2000. I danni pubblici e privati sono ingentissimi. Sono già in corso i rilievi del settore tecnico della Protezione civile per verificare le infrastrutture e i versanti. Continueremo a lavorare con le autorità e gli organi preposti per assicurare interventi economici e opere che possano dare una risposta di lungo termine all’emergenza".

Chiude con amarezza: “Grazie a chi ha la pazienza di leggere quanto non ho avuto modo di poter esprimere ieri sera per l’inciviltà e la prepotenza di chi ha sa esprimersi solo in questo modo”.

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