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18 Aprile 2025 - 12:34
Aggiornamenti meteo Piemonte del 18 aprile: l’ondata di maltempo rallenta ma la regione resta in allerta
Il Piemonte esce provato ma vigile da una delle peggiori ondate di maltempo degli ultimi anni. Dal 16 al 18 aprile 2025, piogge torrenziali hanno colpito in modo incessante soprattutto l’area nord-occidentale della regione, coinvolgendo il Verbano, l’alto Vercellese, il Biellese e l’area metropolitana di Torino. Una perturbazione lunga e intensa che ha trasformato strade in torrenti, campi in laghi, e ha spinto fiumi e torrenti ben oltre i limiti di sicurezza.
Il Po, il gigante d’acqua che attraversa il Piemonte, è stato il sorvegliato speciale. Nella giornata di ieri, alle 14:30, l’idrometro di Crescentino segnava 5,59 metri, oltre la soglia di pericolo. Un dato allarmante che ha fatto temere il peggio, specie nel tratto torinese del fiume, dove l’acqua ha invaso campi e sottopassi. Solo nella mattinata di oggi il livello è sceso a 4,4 metri, sotto la soglia critica, ma resta alta l’attenzione.
Non è andata meglio al fiume Sesia, protagonista di una piena violenta che ha colpito in particolare il comune di Borgo Vercelli, dove si sono verificate esondazioni localizzate. L’idrometro di Borgo Sesia ha toccato quota 7,5 metri, ben oltre la soglia di pericolo fissata a 6,30. A Palestro, altra località a rischio, l’acqua è salita fino a 5,27 metri, appena sotto la soglia di allerta. Le condizioni, in questo caso, mostrano un lieve miglioramento, ma la portata resta elevata e la situazione è in continua evoluzione.
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Situazione critica anche per la Dora Baltea, uno dei principali affluenti del Po, che ha superato nella notte i 4 metri a Verolengo, superando la soglia di guardia, mentre a Mazzè ha raggiunto i 1808 metri cubi al secondo. Anche qui, la piena ha iniziato a calare, ma le autorità restano in allerta per possibili nuovi innalzamenti dovuti allo scioglimento della neve e alle ulteriori piogge previste nei prossimi giorni.
Il quadro è stato aggravato anche dal comportamento dei torrenti minori, come il rio Della Valle a Monteu da Po, esondato con una violenza inaspettata, causando vittime, evacuazioni e danni ingenti. In molti casi, i corsi d’acqua normalmente in secca si sono trasformati in correnti devastanti, cogliendo di sorpresa anche i residenti più esperti del territorio.
Il bollettino dell’ARPA Piemonte conferma che la fase più acuta è in risoluzione, ma la fragilità idrogeologica del territorio impone cautela. Le aree più colpite restano sotto osservazione e le squadre di soccorso – vigili del fuoco, protezione civile, carabinieri, volontari – continuano a monitorare argini, arginelli e infrastrutture, in particolare nelle zone di Chivasso, Vercelli, Mazzè, Verolengo e Val di Susa.
Nel frattempo, si comincia a fare la conta dei danni. Campi agricoli inondati, abitazioni evacuate, strade interrotte, scuole chiuse in via precauzionale. Le autorità stanno valutando la richiesta dello stato di emergenza regionale, mentre i comuni colpiti chiedono risorse rapide per il ripristino e la messa in sicurezza.
In una regione che vive da sempre a stretto contatto con l’acqua, questa nuova emergenza conferma quanto il cambiamento climatico stia alterando radicalmente il comportamento dei fiumi e la frequenza degli eventi estremi. E mentre il cielo si schiarisce, resta forte il messaggio che arriva dalle valli allagate e dagli argini in bilico: serve prevenzione, investimenti strutturali e una nuova cultura del rischio, prima che la prossima piena colpisca ancora.
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