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L’apocalisse annunciata: la peggior ondata di maltempo del decennio, devasta il Piemonte

Il meteorologo Rai Andrea Vuolo, l'aveva detto ieri: "Il Piemonte si appresta a vivere una delle ondate di maltempo più intense dell’ultimo decennio"

Vigili del Fuoco in azione

Vigili del Fuoco in azione

«Questa volta sono preoccupato». Andrea Vuolo, meteorologo Rai originario di Ciriè, non è nuovo a previsioni puntuali e analisi rigorose. Ma ieri, sulla sua pagina Facebook, il tono era diverso. Più grave, più urgente. Non era solo una previsione, era un monito: Il Piemonte si appresta a vivere una delle ondate di maltempo più intense dell’ultimo decennio. Lo aveva scritto nero su bianco, prevedendo con inquietante precisione quanto oggi è realtà: una regione ferita da ore di pioggia ininterrotta, dove la terra si sgretola e l’acqua inghiotte strade, case, raccolti.

Difficile fare un bilancio definitivo, ma la mappa dei danni si allarga di minuto in minuto. Frane e smottamenti stanno isolando intere frazioni, ponti chiusi uno dopo l’altro, linee ferroviarie interrotte, centinaia di interventi dei vigili del fuoco e della protezione civile. A Castellamonte cinque famiglie sono state evacuate, sessanta le criticità censite tra smottamenti e cedimenti. A Chiaverano è scattata l’evacuazione di otto località, il Comune ha ordinato l’evacuazione precauzionale delle località Giordana, Bedria, Vicaria, Terrico Sopra e Sotto, Serra, Riva e Zuin. A Prascorsano e Pont Canavese, la montagna ha ceduto.

Nel Biellese il ponte Gilino è crollato a Mongrando spazzato via dalla furia dell'Elvo, mentre le nevicate eccezionali sopra i 2.200 metri – oltre un metro e mezzo in quota – fanno temere valanghe. La Dora Baltea ha superato i livelli di guardia un po' dappertutto, il Malone minaccia Front e Brandizzo, l’Orco è gonfio come non si vedeva da anni. Le provinciali sono disseminate di segnalazioni: chiusure, deviazioni, buche, tratti scomparsi.

Vuolo: «Accumuli da 400 millimetri, attenzione alle Alpi Graie e Pennine»

Già ieri il meteorologo ciriacese indicava con lucidità i punti critici: “Tra le valli di Lanzo, del Canavese, del Biellese, della Valsesia, dell’alto Novarese e del Verbano-Cusio-Ossola si potranno superare i 350-400 mm di pioggia. La vorticità, i venti di Scirocco, l’effetto orografico: tutto concorre alla massima instabilità”.

Oggi quelle righe non sono più teoria. Sono la cronaca.

Sui social, in mezzo alle foto delle frane che inghiottono le strade di Valperga, Cuorgnè e Rivara, risuona quel post come una profezia avverata. “Evitate per quanto possibile di salire verso le alte valli e di trovarvi in prossimità di fiumi e torrenti. La situazione può peggiorare in pochi minuti”.

Il maltempo ha trasformato il Canavese in un labirinto d’acqua

A Rivarolo, Favria, Ozegna, San Giorgio Canavese, ogni chilometro è diventato trappola: corsi d’acqua esondati, roggia che si mangiano l’asfalto, strade chiuse. Gli alberi si abbattono, le cantine si allagano. Il ponte sulla Dora tra Strambino e Vestignè è impraticabile. A Leini è il caos: strade sommerse, scuole chiuse, cittadini invitati a non uscire. Gli animali dei rifugi messi in salvo da volontari. L’autostrada A5 è un serpentone spezzato: chiusa in più tratti, tra Ivrea, Quincinetto e Pont-Saint-Martin.

Anche i treni si fermano: sospesa la Settimo-Rivarolo, la Santhià-Biella. In viaggio solo i bus sostitutivi che zigzagano tra le deviazioni. La Città metropolitana chiude, l’Arpa misura, i comuni avvisano. Ma la pioggia non si ferma.

Nella giornata di oggi, l’Arpa ha declassato l’allerta da rossa ad arancione, ma solo per la giornata di domani è previsto un primo allentamento. Intanto le montagne continuano a franare, i fiumi a salire, i terreni non assorbono più. A Bairo è esondato il rio Elena, a Chivasso le rogge minacciano i centri abitati. In frazione Betlemme la strada è impraticabile.

E sopra tutto questo, nevica. Nevica copiosamente sulle Alpi, dove l'accumulo potrebbe superare i due metri. “Un rischio non solo per oggi, ma anche per i prossimi giorni – ha avvertito Vuolo – quando la fusione della neve si sommerà alle piogge, aumentando la portata dei torrenti e dei fiumi a valle”.

In mezzo al frastuono di allarmi e aggiornamenti, la voce di Andrea Vuolo è diventata punto di riferimento per cittadini e addetti ai lavori. Non ha lanciato titoli sensazionalistici: ha scritto, con precisione scientifica e senso di responsabilità. Ma con un tono che lasciava poco spazio ai dubbi: “L’eccezionalità di questa avvezione di umidità, la traiettoria del minimo depressionario, la quota neve, il blocco orografico: ci sono tutti gli ingredienti per un evento estremo”.

E oggi, mentre la cronaca si accoda alle sue parole, quel post resta lì, inchiodato a ieri pomeriggio. Come una lezione di meteorologia, ma soprattutto come un richiamo al rispetto per la natura che cambia, imprevedibile e furiosa.

Le previsioni annunciano un lieve miglioramento, ma resta l’incognita: cosa succederà quando la piena passerà da monte a valle? Cosa accadrà se nuove piogge si sovrapporranno a un terreno già saturo? La risposta, ancora una volta, potrebbe arrivare dal meteorologo di Ciriè. E da un meteorologo che guarda le nuvole, ma sa bene dove colpiranno le gocce.

CLICCA QUI per consultare il bollettino dell'allerta meteo in tempo reale, Comune per Comune.

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