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Animal Equality in Senato: stop alle mutilazioni e ai crimini invisibili negli allevamenti

L’organizzazione chiede pene più severe, il riconoscimento del maltrattamento genetico e il divieto di pratiche dolorose negli allevamenti

Animal Equality in Senato

Animal Equality in Senato: stop alle mutilazioni e ai crimini invisibili negli allevamenti (foto di repertorio)

Non solo animali da compagnia. Animal Equality interviene in Senato per ribadire un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: tutti gli animali meritano protezione, indipendentemente dalla specie o dalla funzione economica a cui vengono destinati. Lo ha fatto oggi, 15 aprile 2025, durante un’audizione ufficiale in cui il direttore esecutivo Matteo Cupi ha sottolineato la necessità di rafforzare il quadro normativo contro il maltrattamento degli animali da allevamento.

Al centro del dibattito ci sono sei disegni di legge, tra cui il n. 587, che limita le tutele ai soli animali da compagnia. Una scelta che, secondo Animal Equality, contrasta apertamente con l’articolo 9 della Costituzione, il quale non distingue tra animali domestici, allevati o selvatici. Classificare gli animali solo in base alla loro utilità – ha spiegato Cupi – porta a una discriminazione non giustificata scientificamente né eticamente.

A ottenere il plauso dell’associazione è invece il Disegno di Legge n. 11, a firma della senatrice Julia Unterberger, che propone misure concrete contro alcune delle pratiche più crudeli negli allevamenti. Cupi ha ricordato, tra l’altro, che la triturazione dei pulcini maschi – ancora oggi praticata nell’industria delle uova – è già stata vietata per legge, ma manca l’adozione dei decreti attuativi, posticipando l’entrata in vigore del divieto fissata al 31 dicembre 2026.

Animal Equality ha chiesto inoltre di inserire nel codice penale il reato di “maltrattamento genetico”: una pratica che altera selettivamente le caratteristiche degli animali per ottimizzarne la produttività, con gravi conseguenze sulla loro salute e sul loro benessere, come riconosciuto dalla stessa EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Nel mirino anche la macellazione senza stordimento, da vietare “in quanto provoca dolore, paura e angoscia evitabili, e le mutilazioni senza anestesia – castrazioni, taglio della coda, becco e denti – che sono ancora comuni in molti allevamenti intensivi. Serve un divieto esplicito, con controlli più rigorosi ed efficaci, per evitare interpretazioni ambigue e abusi sistematici”, ha affermato Cupi in chiusura.

Un’audizione che segna un passo avanti nel riconoscimento degli animali da allevamento come esseri senzienti, e che invita il legislatore a colmare un vuoto normativo sempre più insostenibile alla luce delle evidenze scientifiche e del sentimento sociale.

Animal Equality interviene in Senato per ribadire un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: tutti gli animali meritano protezione, indipendentemente dalla specie o dalla funzione economica a cui vengono destinati

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