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Rondissone punta al futuro col progetto gas, ma in paese scoppia il dibattito

Approvata dal Consiglio la cessione dell’area alla Città Metropolitana di Torino. L’opposizione critica la gestione delle risorse: “Usare tutto per abbattere i debiti”

Rondissone e il futuro

Rondissone punta al futuro col progetto gas, ma in paese scoppia il dibattito

Un piccolo appezzamento di terreno, 57.850 euro di valore stimato, e un voto che potrebbe ridisegnare la traiettoria energetica di un intero territorio. Il Consiglio comunale di Rondissone ha approvato giovedì scorso la vendita di una porzione di terreno alla Città Metropolitana di Torino per la futura realizzazione del sistema di distribuzione del gas, un progetto infrastrutturale atteso da anni.

Alla guida dell’operazione c’è il sindaco Antonio Magnone, che ha illustrato una visione chiara: il terreno, al momento inutilizzabile per fini comunali, sarà alienato per sostenere un’iniziativa su scala sovracomunale. Il ricavato, seppur non immediato – l’incasso effettivo è previsto non prima di due anni – sarà in parte vincolato: almeno il 10% dovrà essere destinato all’estinzione dei mutui, come impone la normativa. Il resto? Da definire con prudenza, ha detto il primo cittadino, promettendo un confronto futuro su eventuali aggiornamenti di valore del bene.

Ma l’opposizione non ci sta. Il consigliere Franco Giovannini ha preso la parola con toni critici, chiedendo che l’intero importo venga impiegato per ridurre il debito pubblico del Comune. “Serve responsabilità, non visioni generiche su progetti futuri”, ha dichiarato, facendo riferimento anche a una sua proposta iniziale: comprare un edificio fatiscente da demolire per creare parcheggi, opzione che però si scontra con i tempi lunghi dell’incasso.

Il voto finale ha sancito l’approvazione, ma le fratture restano visibili. Da un lato, chi guarda al gas come volano per un potenziamento infrastrutturale strategico; dall’altro, chi teme che le risorse vengano disperse in mille rivoli senza un impatto concreto per la comunità.

La vendita del terreno è solo l’inizio. Il progetto del sistema gas dovrà passare attraverso una gara d’appalto gestita dalla Città Metropolitana, e solo allora il Comune potrà davvero contare sull’introito. Nel frattempo, Rondissone è chiamata a tenere alta l’attenzione, evitando che una decisione tecnica diventi un’occasione mancata.

Sullo sfondo, il solito nodo delle piccole realtà locali: investire nel futuro senza perdere di vista i conti. E in un Piemonte che cambia – tra transizione energetica, reti da aggiornare e territori da collegare – anche una scelta apparentemente marginale può diventare un simbolo di come si affronta il domani, un passo alla volta.

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