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La torcia di Milano-Cortina accende la speranza: “Porti la luce dove c’è dolore”

Presentata a Osaka, “Essential” è il simbolo olimpico dei Giochi 2026: un design italiano che unisce pace, bellezza e partecipazione

La torcia di Milano-Cortina accende la speranza

La torcia di Milano-Cortina accende la speranza: “Porti la luce dove c’è dolore”

Una fiamma che non scalda solo lo sport, ma il mondo intero. La torcia olimpica di Milano-Cortina 2026, appena svelata all’Expo di Osaka, nasce per essere molto più di un simbolo sportivo: è un messaggio universale di pace e inclusione, rivolto a chi soffre, a chi spera, a chi guarda al futuro con il desiderio di essere parte di qualcosa di grande.

A presentarla è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che l’ha definita una luce per Mosca e Kiev, per Tel Aviv e Gaza, per ogni luogo del dolore”. Un auspicio che accompagna la torcia nel suo viaggio: blu e dorata, ispirata ai colori del cielo e della montagna, è stata progettata dallo Studio Carlo Ratti Associati e realizzata da Cavagna Group per Eni e Versalis, partner dei Giochi. Si chiama “Essential”, ed è interamente made in Italy, con materiali riciclati e riflettenti, pensati per coinvolgere chi guarda e chi partecipa.

Tra le tedofore che l’hanno presentata, due icone dello sport: Carolina Kostner e Martina Caironi. E, da Milano, Bebe Vio, che l’ha portata per due volte nella sua carriera: «Sorridete mentre la vedete passare, perché sarà anche la vostra fiaccola».

Il viaggio della torcia partirà il 26 novembre da Olimpia, in Grecia. Dopo una sosta al Quirinale il 4 dicembre, la corsa prenderà il via dallo Stadio dei Marmi il 6 dicembre per attraversare tutte le province italiane in una “maratona iconica” con oltre 10.000 tedofori, come ha annunciato il presidente del Coni Giovanni Malagò.

Per la ministra del Turismo Daniela Santanchè, sarà un’occasione unica per promuovere l’Italia e i suoi valori: «Unire popoli, culture e identità oltre lo sport». E per il governatore Attilio Fontana, «un capolavoro di design e simbolo del nostro saper fare».

Una fiaccola che si specchia nel volto di chi la guarda. E che riflette un mondo che ha ancora bisogno di bellezza, di vicinanza, di pace.

Da Milano, Bebe Vio: «Sorridete mentre la vedete passare, perché sarà anche la vostra fiaccola»

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