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Insulti online e spese legali: il paese diviso dopo l’abbattimento delle mucche

Silvia Leto contro Bonino: "Spesi soldi pubblici per querelare i cittadini"

Insulti online e spese legali: il paese diviso dopo l’abbattimento delle mucche

Insulti online e spese legali: il paese diviso dopo l’abbattimento delle mucche

La vicenda delle mucche abbattute in strada a Sparone ha tenuto banco in consiglio comunale anche durante la seduta più recente, quella di giovedì 3 aprile. Due settimane prima si era saputo che la giunta Bonino aveva deciso di procedere per via giudiziaria contro coloro che “tramite commenti/posts/scritti” avevano leso “l’onorabilità, il decoro, l’immagine e l’operato del Sindaco e dell’Amministrazione”.

Ultima ad essere discussa fra le numerose interrogazioni riguardanti svariati argomenti, quella relativa ai fatti del 7 gennaio è stata illustrata da Silvia Leto. Dopo aver esordito ricordando che la petizione promossa on-line da un gruppo di cittadini indignati aveva raccolto 45.000 firme, la rappresentante della Lista Civica Futura ha proseguito così: “Invece di affrontare l’amara situazione, l’amministrazione ha deciso di adire le vie legali contro chi ha osato esprimere il proprio dissenso, magari in modo sbagliato. Il messaggio che viene fuori è che chi critica può essere portato in tribunale. Se si vuole difendere l’immagine del Comune, il modo migliore per farlo sarebbero la trasparenza e il confronto, non la querela”.

Diversi i punti sui quali si chiedevano chiarimenti: se sul posto fossero stati presenti dipendenti comunali o consiglieri; se l’incarico conferito all’avvocato fosse finalizzato solo a tutelare l’immagine del Comune o se si temessero conseguenze legali per l’amministrazione rispetto a quei fatti; se fossero già arrivate comunicazioni ufficiali da parte della Procura.

Nel corso della discussione non sono emerse novità sconvolgenti: si è però appreso che il vigile aveva avuto modo di accorgersi di quanto stava accadendo. Per il resto non sono mancati i consueti botta e risposta stizziti.

La sindaca Anna Bonino ha negato che la vicenda avesse suscitato grandi reazioni: “Non ho notato tutto il forte dibattito di cui si dice, perlomeno tra gli sparonesi”. Le due capigruppo di minoranza, Nugai e Leto, hanno smentito quest’affermazione ma lei ha continuato: “Chi abita lì vicino ed ha sentito gli spari ha avuto una reazione emotiva ed immediata (sono le persone che mi hanno telefonato) ma nulla più. Mi dispiace molto per quei due esseri viventi che hanno perso la vita ma, come avevo già precisato, le autorità competenti erano quelle sanitarie”.

Entrando nel merito ha affermato: “Avevo ampiamente illustrato l’accaduto nel consiglio precedente ma l’interrogazione pone qualche domanda aggiuntiva. Non mi risulta la presenza di consiglieri di maggioranza o di dipendenti, salvo un breve passaggio del vigile prima di andare a recuperare i bambini con lo scuolabus. Trovatosi di fronte al gruppo di persone impegnate nell’operazione, ha chiesto al veterinario se il Comune fosse stato avvisato. La risposta è stata negativa: ‘Non siamo tenuti a farlo’. L’altra volta non lo avevo detto ma è solo in seguito a questo che ci è stata inviata una copia per conoscenza”.

Secondo Silvia Leto la presenza del vigile cambia il quadro della situazione: «Il Pubblico Ufficiale può intervenire se pensa che qualcosa non stia andando nel modo corretto e in quella zona c’era la maestra a passeggio con i bambini!».

Silvia Leto consigliera comunale di Sparone

La sindaca ha ribadito la sua tesi: «Non sta a noi decidere se il tipo di intervento sia stato giusto o sbagliato: non siamo un’autorità giudiziaria. Nel caso indagherà la Procura».

Rispetto alle finalità dell’incarico al legale, il segretario comunale ha escluso la possibilità che l’amministrazione comunale venga chiamata a rispondere di quanto accaduto non avendo competenze in materia. La sindaca ha a sua volta precisato: «Si tratta di tutelare il buon nome del nostro paese anche perché non sono stati gli sparonesi gli autori delle frasi più pesanti. Ritengo doveroso esercitare un’azione di tutela di fronte a chi scrive "Sparone: un nome, un programma. Ci sono dei bei sentieri ma tenetevi alla larga", invita a "fare un presidio sotto il Comune per chiedere le dimissioni di questa incapace" o mi augura ogni male possibile. Tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione ma alcuni post sono agghiaccianti».

Per ora dalla Procura non sono arrivati riscontri. «Qualcuno scrive – ha detto – che è talmente intasata da non potersene occupare ma allora vale la stessa regola per i cittadini indignati. Non si presenta un esposto firmandolo in questo modo!»

Secondo Silvia Leto, se la sindaca si è sentita offesa personalmente avrebbe dovuto agire a proprie spese invece di far sborsare 1.000 euro alle casse comunali per l’avvocato. Lei ha replicato: «Le offese non riguardano me come persona ma l’istituzione che rappresento. Per quest’incarico spendiamo 1.000 euro. Come la mettiamo con gli 8.000 per il contenzioso riguardante la cabina dei Piani?». Evidentemente considera gli insulti dei leoni da tastiera altrettanto preoccupanti dei campi magnetici emessi da quel grande impianto elettrico ed ha stuzzicato gli avversari invitandoli a rivolgersi alla Corte dei Conti.

«Non ci penso nemmeno!» – ha replicato pronta la Leto, ma si è comunque dichiarata <Soddisfatta> delle risposte fornite.

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