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Salute
14 Aprile 2025 - 11:43
Sovrappeso e obesità: una sfida globale per la salute pubblica
Quasi sei adulti su dieci in Europa sono in sovrappeso o obesi. Un dato impressionante, eppure spesso minimizzato. Eppure dietro a quei numeri si nasconde una delle più gravi sfide sanitarie del nostro tempo, che miete oltre 1,2 milioni di vittime l’anno nel continente, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’indice di massa corporea (IMC), se uguale o superiore a 25, segnala il sovrappeso; oltre 30, si parla di obesità. Ma non si tratta solo di numeri. Si tratta di salute. Di vita.
Il peso non è solo una questione estetica. Oltre l’immagine riflessa nello specchio, ci sono patologie gravi che si nascondono tra i chili in eccesso: diabete di tipo 2, ipertensione, ictus, apnee notturne, problemi articolari, tumori, depressione. Più del 13% della mortalità totale europea è collegata a queste condizioni. E i bambini non sono esclusi: uno su tre è già in sovrappeso o obeso.
L'Italia ha un problema con l'obesità
Ma da dove nasce tutto questo? Le cause sono molteplici. Certo, cibo spazzatura e vita sedentaria giocano un ruolo, ma non è sempre solo una questione di scelte personali. Genetica, disfunzioni ormonali, stress cronico, traumi, disturbi alimentari: il corpo trattiene ciò che la mente non riesce a smaltire. E la società, con le sue pressioni e i suoi ritmi, non aiuta.
Affrontare l’obesità non è questione di forza di volontà, ma di strutture adeguate e supporto professionale. È qui che entrano in campo centri come Affidea|CDC, che offrono percorsi personalizzati con medici, nutrizionisti, psicologi e fisioterapisti. Non esistono soluzioni miracolose, ma cambiamenti sostenibili: più movimento, più consapevolezza a tavola, piccoli traguardi quotidiani da celebrare. Perché ogni chilo perso è un passo verso la salute, non solo verso una taglia in meno.
Il peso è anche un fatto sociale. Chi è obeso spesso vive discriminazione, stigma, isolamento, che a loro volta alimentano il disagio psicologico. Rompiamo il pregiudizio: non è “colpa” di chi ingrassa. È responsabilità collettiva offrire strumenti, empatia e opportunità di cambiamento.
La buona notizia? Cambiare si può. Ma serve una visione ampia, integrata, continua. Perché non si tratta solo di perdere peso, ma di guadagnare vita.
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