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Da Oleggio al Canavese, inseguendo le api: la nuova vita di Marco e Giovanna

Hanno lasciato il lavoro e cambiato tutto per seguire la passione per l’apicoltura. Oggi producono un miele che racconta le stagioni, le montagne e la biodiversità del territorio

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Marco Beldì e Giovanna Padula

Potrebbe considerarsi un viaggio insolito quello di Marco Beldì e della sua compagna Giovanna Padula, che da Oleggio, nel Novarese, da alcuni anni a questa parte si spostano in continuazione all’inseguimento delle fioriture del Canavese, per dar vita a un miele che sa di biodiversità.

Ma, come talvolta accade, quando si è alla ricerca di un clima lavorativo più sereno e si coltiva un hobby, una forte passione che ci ispira, questi fattori possono spingere a compiere scelte di vita radicali. Ed è esattamente ciò che è accaduto a Marco: nel 2018 ha lasciato il suo impiego come responsabile di produzione in un’azienda e si è dedicato completamente all’apicoltura, fondando la propria attività assieme alla compagna.

«Ho sempre avuto la passione per le api», racconta Marco, con entusiasmo. «Ad un certo punto della mia vita ho deciso di pensare al mio benessere, alla mia salute, e, spinto dal desiderio di allontanarmi dallo stress lavorativo che vivevo, ho abbracciato un'esistenza più in armonia con le mie aspirazioni. E così mi sono dedicato completamente a questi insetti meravigliosi, creando la mia attività di apicoltura».

Fu così che, da un iniziale hobby e con alcune arnie a disposizione, dal 2019 per Marco e Giovanna l'apicoltura è divenuta una professione a tempo pieno.

Dopodiché, per la coppia, l’approdo in Canavese è stato un passaggio assolutamente casuale.

All’epoca Marco era alla ricerca attiva di un territorio che si differenziasse dalla produzione di miele offerta dal Novarese. Inoltre, aveva la necessità di aumentare il numero del suo allevamento di api e di produrre miele in alta montagna.

L’incontro con un cittadino di queste parti, che in quel momento stava cedendo l’attività, ha permesso loro di scoprire le bellezze e le risorse di queste zone.

Marco Beldì e Giovanna Padula sul campo

Marco Beldì e Giovanna Padula sul campo_2

Gli alveari spaziavano tra Castellamonte, Baldissero Canavese e proseguivano salendo fino a Piamprato, in Valle Soana. La coppia, colpita da questo territorio – che tra l’altro rispondeva perfettamente alle loro esigenze – ha così deciso, pur mantenendo le produzioni già presenti nel Novarese, di rilevare l’attività. E questa opportunità si è rivelata preziosa anche dal punto di vista umano, facendo nascere una bella amicizia con il precedente proprietario.

«Le api hanno un ruolo fondamentale in natura: sono insetti straordinari che impollinano i fiori e permettono alle piante di generare i frutti. È un’azione importante: così facendo trasmettono la genetica da una pianta all’altra. Sono attrici di biodiversità uniche su questo pianeta», spiegano Marco e Giovanna.

È un aspetto cruciale: le condizioni ambientali locali giocano un ruolo determinante nella sopravvivenza e nella produttività degli alveari. E, a detta loro, il territorio canavesano, con la sua maggiore biodiversità in primavera e la presenza di zone con microclimi favorevoli, offre alle api un ambiente ideale per una ripresa vigorosa dopo l’inverno, anche dal punto di vista nutrizionale.

Altro elemento decisivo per il benessere delle api è il fatto che in questo territorio, ricco di boschi e pascoli, si fa un uso assolutamente ridotto di fitofarmaci e agenti chimici.

«Queste zone collinari e boschive permettono una buona produzione di miele di acacia in tarda primavera e di miele di castagno successivamente», racconta Marco. E prosegue spiegando che la presenza di prati destinati a pascoli e fienagione garantisce una costante abbondanza di fiori nettariferi, che sono la base per i mieli millefiori, sia nelle zone pianeggianti e collinari, sia in quelle di alta montagna. «Il fiore all’occhiello delle mie produzioni è la Flora Alpina, un millefiori di alta montagna prodotto a Piamprato, per il quale ho ottenuto in breve tempo il Marchio di Qualità del Gran Paradiso».

La gestione di un numero crescente di arnie in un nuovo territorio, per di più lontano dalla loro abitazione, ha però richiesto una riorganizzazione radicale del lavoro, con una pianificazione a lungo termine e una profonda conoscenza del territorio divenute essenziali. L'utilizzo di alcune tecnologie avanzate viene quindi in aiuto: ad esempio, le bilance elettroniche predisposte sotto alcune arnie permettono di monitorare a distanza la produzione e di ottimizzare gli interventi di nutrizione per le api.

Il percorso di questa coppia non è stato privo di ostacoli. Secondo quanto raccontano, hanno dovuto affrontare la concorrenza del miele estero e quello di alcuni hobbisti che lo vendono a basso costo, rappresentando così sfide significative per il mercato. Inoltre, gli apicoltori si trovano a fronteggiare i costi elevati delle attrezzature e dei materiali e devono fare i conti con la mancanza di agevolazioni fiscali.

Dopo aver espresso alcune delle difficoltà riscontrate nel settore dell’apicoltura, Marco offre un consiglio a chi volesse intraprendere questa attività: afferma che sarebbe di grande aiuto avere una solida base economica iniziale. Tuttavia, riconosce che il lavoro è interessante e appagante, a patto di avere molta passione e consapevolezza dell’impegno e dei sacrifici che richiede, sia nella cura degli animali che nel rispetto dell’ambiente circostante.

Nonostante tutto – le sfide economiche, logistiche, la fatica quotidiana – Marco e Giovanna trovano soddisfazione nel proprio lavoro, soprattutto al momento della raccolta del miele, frutto di dedizione, di sacrifici e di un impegno intenso e costante.

La storia di questa coppia è un esempio limpido di come la passione per un ideale, unita alla determinazione, possa trasformarsi in una scelta di vita coraggiosa.

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