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13 Aprile 2025 - 18:28
Ai Laghetti Azzurri si torna a sognare: tra pale, reti e idee per il futuro del Canavese
C’era un sogno, e ora ha un nome: “Il sogno”. A Valperga, nella zona dei Laghetti Azzurri, domenica 6 aprile è andata in scena una giornata di rinascita. Non un evento qualunque, ma un momento simbolico, fatto di guanti da lavoro, rastrelli e fatica condivisa, con un obiettivo chiaro: restituire dignità a un’area dimenticata, a due passi dal Sacro Monte di Belmonte e nel cuore del verde canavesano.
Guidati dall’ex sindaco Gabriele Francisca, i soci dell’associazione Laghetti Azzurri si sono messi all’opera per ripulire la zona di regione Rolandi, dove natura e impianti sportivi si incontrano. Un gesto concreto, ma anche una dichiarazione d’intenti.
Il rilancio passa da un bando esplorativo, aperto fino al 31 maggio, per raccogliere manifestazioni d’interesse alla futura gestione dell’area: si valuta tutto, dall’affitto con riscatto alla vendita diretta, passando per canoni annuali o soluzioni miste. L’unica vera condizione? Che il progetto sia credibile e condiviso, in grado di valorizzare un luogo unico nel suo genere. Le proposte vanno inviate a laghettiazzurri@gmail.com.
Un primo esempio di rigenerazione riuscita è già sotto gli occhi di tutti: nel giugno 2023, grazie all’iniziativa dell’Asd Garisti Alto Canavese, è stato inaugurato il laghetto per la pesca sportiva “Il sogno”, bonificato e attrezzato grazie all’impegno volontario di giovani e appassionati.
Una visione sostenuta anche dal sindaco Walter Sandretto, che ha lodato l’opera dei volontari e definito l’iniziativa un modello di valorizzazione del territorio: «Hanno trasformato un’area incolta in un’oasi sportiva e ricreativa». Il merito va anche a Andrea Pavan, Emanuele Salerno, Luca Fava e Igor Cariani, i “quattro moschettieri” che hanno ripulito l’area armati di escavatori, trattori e tanta determinazione, investendo tempo e risorse personali, con il supporto di sponsor locali.
Oggi i Laghetti Azzurri sono di nuovo un’opportunità, non solo per chi ama la pesca o la natura, ma per chi crede nella forza del volontariato, nella cura del bene comune e nella bellezza di fare le cose insieme. Adesso, la palla passa a chi ha idee e voglia di mettersi in gioco. Perché quel luogo, che per anni sembrava dimenticato, può tornare a essere il cuore pulsante di una comunità intera. Basta crederci. E, magari, cominciare con un rastrello in mano.
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