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Torino accoglie i piccoli rifugiati: un abbraccio di solidarietà per i bambini ucraini

Sedici bambini ucraini trovano rifugio e cure a Torino, grazie alla collaborazione tra Cidimu e Comitato Girotondo

Torino accoglie i piccoli rifugiati: un abbraccio di solidarietà per i bambini ucraini

Torino accoglie i piccoli rifugiati: un abbraccio di solidarietà per i bambini ucraini

In un’Europa ancora lacerata dalla guerra in Ucraina, Torino diventa simbolo di accoglienza e speranza. Sedici bambini tra i 7 e gli 11 anni, provenienti dalla regione di Zaporizhzhya, una delle più martoriate dal conflitto, sono stati accolti da famiglie torinesi per ricevere cure sanitarie specialistiche e vivere qualche giorno lontani dalle sirene e dalle paure.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Gruppo Cidimu e il Comitato Girotondo, due realtà che da anni lavorano per offrire ai bambini provenienti da aree di crisi un accesso concreto alla salute. I piccoli rifugiati, arrivati in città in questi giorni, saranno sottoposti il 12 aprile 2025 a una serie di esami di prevenzione presso l’Istituto Cidimu di via Legnano: in particolare, verranno eseguite ecografie tiroidee, per monitorare gli effetti dell’esposizione alle radiazioni della centrale nucleare di Zaporizhzhya, tuttora sotto controllo russo e fonte di grave preoccupazione internazionale.

«Il nostro compito non finisce con una visita medica – ha spiegato Ugo Riba, presidente del Gruppo Cidimu – vogliamo accompagnare questi bambini in un percorso di tutela, anche a distanza». La forza dell’iniziativa sta anche nel legame umano costruito grazie alla rete del Comitato Girotondo, attivo dal 1996: «Abbiamo accolto oltre 1.500 bambini bielorussi dopo Chernobyl – ricorda la presidente Anna Rapalino – ora il nostro impegno continua con chi fugge dalla guerra in Ucraina».

Non si tratta solo di sanità, ma di dignità, cura e futuro. In un mondo segnato da muri e diffidenze, Torino lancia un messaggio chiaro: l’umanità non ha confini. I sorrisi, le mani tese, i cuori aperti raccontano un'Italia che sa ancora ascoltare, accogliere e proteggere. Anche quando a chiedere aiuto sono bambini venuti da lontano.

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