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10 Aprile 2025 - 18:47
Sergio Bartoli
“Un momento di grande impatto emotivo, che richiama alla responsabilità della pace e al dovere della memoria”scrive Sergio Bartoli, consigliere regionale piemontese, da Leopoli, in un post pubblicato poche ore fa. Accanto a lui, nel cuore dell’Ucraina in guerra, l’onorevole Daniela Ruffino, il vicesindaco di Pertusio Antonio Cresto e Roberto Falletti dell’associazione La Memoria Viva. A unirli, un cammino intenso e coraggioso che attraversa macerie, speranza e dolore. Un viaggio che non è solo simbolico, ma profondamente umano.
Con Daniela Ruffino
La prima tappa è il Cimitero di Marte, luogo sacro dove oggi riposano migliaia di giovani soldati ucraini caduti nella difesa della loro patria. Giovani e giovanissimi, precisa Bartoli. Non è retorica, è realtà: tombe fresche, fotografie incorniciate, fiori ancora vivi. Dietro ogni nome inciso, una storia stroncata troppo presto. Davanti a quelle lapidi, la delegazione piemontese ha osservato un silenzio che pesa come il piombo e parla più di mille discorsi ufficiali.
Sergio Bartoli, già sindaco di Ozegna e da mesi impegnato in prima linea nelle missioni umanitarie, è ormai volto noto in Ucraina. Lo scorso febbraio ha consegnato a Leopoli uno zaino medico, una “mini-sala operatoria” capace di salvare vite nei primi drammatici minuti dopo un’esplosione. Pochi mesi dopo, a maggio, è partito un convoglio di ambulanze dirette al fronte, frutto di una sinergia straordinaria tra amministrazioni locali, attivisti e volontari. Tra i donatori anche Andrea Cisternino, l’attivista animalista che da anni vive sotto le bombe per proteggere gli animali abbandonati. Quelle ambulanze – tre in tutto – sono partite dal Canavese e oggi percorrono le strade dissestate dell’est del Paese, salvando feriti tra le macerie.
Questo nuovo viaggio – scrive Bartoli – è un ponte tra “memoria, solidarietà e futuro”. Una frase che non è semplice slogan, ma racchiude lo spirito profondo di questa iniziativa. Perché la memoria non serve solo a piangere i morti, ma a costruire la pace. E la solidarietà non si misura solo con gli aiuti materiali, ma anche con la presenza, con lo sguardo diretto alla sofferenza altrui, senza filtri né timori.
Il cammino ora prosegue verso Kiev, dove il consigliere regionale prenderà parte a una cerimonia istituzionale “particolarmente significativa”. Non sono stati diffusi altri dettagli, ma è evidente che si tratterà di un momento importante, carico di simboli e responsabilità.
L’Ucraina, come scrive Bartoli nel suo post, è “una terra ferita ma profondamente viva”. E proprio in questa ferita si innesta il senso di un’azione politica che diventa umana, civile, morale. Mentre molti si limitano a esprimere solidarietà da comodi uffici in Italia, c’è chi si mette in viaggio, attraversa le frontiere, dorme su mezzi carichi di aiuti, e si ferma davanti a una tomba senza cercare applausi.
Un gesto che racconta molto più di mille campagne elettorali.
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