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Cronaca

Cieca e invalida, sale sull’impalcatura per protestare contro il Superbonus: panico di fronte allo Juventus Stadium

Cantieri fermi, case imprigionate: la rivolta parte da una pensionata di 75 anni

Cantieri fermi, case imprigionate: la rivolta parte da una pensionata di 75 anni

Cantieri fermi, case imprigionate: la rivolta parte da una pensionata di 75 anni

Ha 75 anni, è cieca, ma ha trovato la forza di salire sull’impalcatura per urlare al mondo che così non si può vivere.

«Non volevo suicidarmi, era una protesta. Una protesta contro l’abbandono, contro questa prigione che ci hanno costruito attorno». A parlare ai giornali è Grazia Carnazza, pensionata, invalida, residente in via Prettegiani angolo via Druento, a Venaria, proprio a due passi dallo Stadium della Juventus. Ieri pomeriggio ha fatto quello che nessuno si aspettava: ha afferrato una scala ed è salita sull’impalcatura del suo palazzo, rimanendoci per ore. Fino a quando un carabiniere, con pazienza e parole giuste, non l’ha convinta a scendere.

Un gesto eclatante, disperato ma lucido, che ha attirato l’attenzione di vigili del fuoco, ambulanza, polizia locale, carabinieri. Una scena da film, sotto gli occhi di chi in quel palazzo ci vive. E soffre. Perché il punto, in fondo, è sempre quello: il Superbonus 110%, la grande occasione trasformata in incubo.

«Siamo agli arresti domiciliari da un anno e mezzo», racconta Grazia, con la voce tremante ma decisa. Davanzali smontati, pluviali spariti, ponteggi a soffocare le finestre, cantiere paralizzato. Tutto iniziato nel giugno 2023, almeno sulla carta. Tre lotti, A, D ed E. Importo totale: quasi un milione e mezzo di euro. Fine lavori prevista per dicembre 2023. Ma è aprile 2025. E la fine, qui, non si vede neanche col binocolo.

Anzi, la signora Carnazza, che abita nel lotto E, lo dice chiaro: «I lavori sono fermi dall’ottobre scorso. Io il Superbonus non lo volevo, ma in condominio ha deciso la maggioranza. E adesso siamo prigionieri».

Una prigione di tubi e impalcature. Dove ogni giorno è un calvario. Dove le promesse si scontrano con le carte bollate. Il consorzio incaricato dell’opera, a quanto pare non avrebbe pagato la subappaltatrice. Risultato? Lavori fermi, silenzio assordante e la burocrazia che si allunga come un’ombra. Due lotti (A ed E) hanno già risolto il contratto, il D proseguirà senza il 110.

Il condominio, assistito dall’avvocato specializzato in diritto condominiale e immobiliare Natalia Paradiso, si prepara a un’udienza importante: 8 maggio, Accertamento Tecnico Preventivo in tribunale.

L'avvocato Natalia Paradiso

«L’Accertamento Tecnico Preventivo - spiega il legale - è un procedimento in cui, in sostanza, si fa una perizia prima del giudizio con l’intento di quantificare i danni da inadempimento, le opere eseguite e quelle che invece mancano. Resta il fatto che per 2 anni hanno tenuto questo ponteggio, con condizionatori disinstallati: ora vogliono smontare il ponteggio ma essendo stati i pluviali smontati, la ditta richiede che per il ri-montaggio si debba pagare...».

Nel frattempo si resta lì, a convivere con un cantiere fantasma. E con l’angoscia che ogni giorno pesa di più.

Ieri anche Giuseppe De Candia, cognato di Grazia, è salito sull’impalcatura per sostenere la protesta. Una protesta che ha il sapore della dignità e della frustrazione.

E se il lieto fine non è ancora arrivato, la voce di Grazia, lassù tra i tubi e il vuoto, ha rotto quel silenzio che durava da troppo.

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