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Addio al miele adulterato: l’Italia vara una nuova arma scientifica avanzata

Nuova norma italiana utilizza la spettroscopia NMR per smascherare il miele adulterato, proteggendo qualità e autenticità

Una rivoluzione

Addio al miele adulterato: l’Italia vara una nuova arma scientifica avanzata

La contraffazione alimentare ha un nuovo nemico, e parla italiano. Con la pubblicazione della norma UNI 11972:2025, l’Italia introduce un sistema scientifico avanzato per smascherare le frodi nel miele, un prodotto da sempre apprezzato ma spesso oggetto di sofisticazioni invisibili ai controlli tradizionali.

Al centro di questa rivoluzione c’è una tecnologia precisa e sofisticata: la spettroscopia NMR (risonanza magnetica nucleare) ad alta risoluzione, già usata in ambito farmaceutico e ora riconosciuta a pieno titolo anche in ambito normativo alimentare. Il metodo permette di identificare marker specifici di adulteranti come inulina, zucchero invertito, sciroppo di mais o di malto, componenti economici spesso aggiunti illegalmente per allungare e alterare il miele.

Il protocollo è stato sviluppato dal gruppo di lavoro GL 23 – Autenticità degli alimenti, frutto della collaborazione tra UNI e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con a capo il chimico Roberto Consonni del CNR-SCITEC. Il contesto è critico: la produzione di miele naturale è sempre più ridotta a causa dei cambiamenti climatici, rendendo il prodotto più raro, più caro, e quindi più soggetto alla contraffazione industriale.

Un recente report del Joint Research Centre (JRC) ha certificato che quasi il 50% del miele importato in Europa viola gli standard di qualità. Lo scenario è allarmante. La nuova norma italiana risponde con rigore scientifico, offrendo un modello di controllo replicabile anche su scala europea.

Il metodo è stato testato su tre mieli campione – castagno, millefiori e acacia – artificialmente contaminati nei laboratori del CNR-SCITEC. I risultati sono stati replicati con successo in diversi centri di ricerca, tra cui le università di Milano, Parma, Padova, il Politecnico di Bari, la Fondazione Mach e altri istituti del CNR.

Una rete scientifica trasversale ha reso possibile questo salto di qualità. Ora il miele italiano, simbolo del nostro patrimonio agroalimentare, ha un’arma in più per difendersi. E l’Italia, da paese produttore, si propone come guida tecnica e scientifica nella tutela della qualità, offrendo un modello replicabile per altri alimenti vulnerabili alle frodi.

Non è solo una battaglia di chimica analitica, ma di credibilità sul mercato, salute pubblica e rispetto per l’agricoltura autentica. Con la UNI 11972:2025, il miele torna ad essere ciò che promette: un dono della natura, garantito dalla scienza.

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