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Accusato di violenze domestiche, fece saltare la casa: arriva la condanna

Condannato a 4 anni e 6 mesi l’uomo che nel 2024 provocò un’esplosione tentando il suicidio dopo l’inchiesta per maltrattamenti sulla moglie

Accusato di violenze domestiche, fece saltare la casa

Accusato di violenze domestiche, fece saltare la casa: arriva la condanna (foto di repertorio)

Ha tentato di farla finita aprendo il gas nel suo appartamento, causando un’esplosione che ha devastato una palazzina intera. Era febbraio 2024 e quell’uomo di 65 anni, cittadino romeno, aveva appena saputo di essere indagato per maltrattamenti e violenza sessuale sulla moglie. Oggi è arrivata la condanna: 4 anni e 6 mesi di reclusione.

Il Tribunale di Torino ha accolto gran parte della ricostruzione della Procura, andando oltre la richiesta del pm Davide Pretti, che si era fermato a tre anni e mezzo. Oltre alla pena, i giudici hanno disposto una misura di sicurezza: l’obbligo per l’imputato di comunicare residenza e spostamenti alle autorità.

L’esplosione, avvenuta in zona Mirafiori, fu oggetto di un fascicolo parallelo, già chiuso. Questo processo invece si è concentrato sulla storia familiare che la donna ha raccontato in aula: un legame lungo e tormentato, iniziato in Romania nel 1988 e segnato da un rapporto squilibrato. Secondo l’accusa, la donna era soggiogata: i rapporti sessuali avvenivano in un contesto in cui non si sentiva libera di dire no.

La difesa, affidata all’avvocata Miriam Palagano, ha cercato di smontare il castello accusatorio sottolineando che per anni i due non vivevano davvero insieme – l’uomo soggiornava a lungo all’estero per cercare lavoro – e che la moglie era economicamente indipendente. "Non c’erano le condizioni tipiche delle vessazioni", ha detto la legale, aggiungendo che il dissenso della donna “non fu mai espresso chiaramente”.

L’imputato ha negato tutto, tranne un solo episodio: il lancio di un piatto durante una lite, nel maggio 2023. “Quel giorno ero esausto – ha detto – avevo camminato per mezza Torino a causa di uno sciopero degli autobus”.

"Questa – ha dichiarato l’avvocata – è una storia di povertà. Lui ha lavorato per migliorare la vita dei figli e della moglie. Quando ha capito che la sua idea di famiglia era crollata, ha cercato di farla finita".

Il tentativo non è riuscito. La giustizia, invece, ha fatto il suo corso.

Il Tribunale di Torino ha accolto gran parte della ricostruzione della Procura, andando oltre la richiesta del pm Davide Pretti, che si era fermato a tre anni e mezzo

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