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Ivrea

Il Comune chiude la piscina e si scorda dei disabili

SMC Sclerosi Multipla Canavesana furiosa: “Nessuno ci ha detto nulla”. L’impianto in rovina chiude per un anno, ma potrebbe non riaprire mai più. Intanto Pd e Laboratorio Civico spariscono, tra silenzi, ipocrisie e phon rotti

La piscina chiude, i disabili restano a secco

Matteo Chiantore e Ivan Doretto dell'Associazione Sclerosi Multipla

Sono arrabbiati. Sono delusi. Sono profondamente feriti.
E non lo nascondono. “Siamo incazzati”, scrivono senza mezzi termini quelli dell’associazione SMC Sclerosi Multipla Canavesana, realtà eporediese che da anni si batte per dare dignità, autonomia e benessere a persone colpite da una delle malattie più invalidanti. Non una realtà qualunque, ma un presidio sociale, umano e civile. Un faro nel Canavese. Che oggi si sente abbandonato.

Hanno appreso dai giornali – sì, dai giornali! – che dal 31 maggio la piscina comunale di Ivrea chiuderà per un anno. L’ennesima doccia fredda, ed è il caso di dirlo, in una città che continua a tagliare proprio dove non dovrebbe.

“Da oltre un anno – scrive il referente Ivan Dorettola nostra associazione utilizza la piscina per le attività di nuoto dedicate ai disabili. È un servizio fondamentale per il benessere e la riabilitazione dei nostri membri. Eppure nessuno ci ha avvisati”.

Nessuno. Né il Comune, né la struttura. Silenzio assoluto.

la piscina

“Questa mancanza di comunicazione evidenzia ancora una volta la scarsa sensibilità della vice sindaca Patrizia Dal Santo (Laboratorio Civico), con delega alle politiche sociali e del Partito Democratico, nei confronti delle esigenze dei disabili”, prosegue Doretto, che ricorda come questa non sia affatto la prima volta. Già nel bando per gli spazi del Movicentro, l’amministrazione aveva ignorato le richieste di SMC. Una miopia che si ripete, peggiorando.

E ora?

Chiediamo che il Comune e i responsabili della piscina comunale prendano in considerazione le nostre necessità e ci forniscano una soluzione adeguata per continuare le nostre attività. È fondamentale che le istituzioni locali dimostrino maggiore attenzione e rispetto verso le persone con disabilità”.

Parole dure, giustamente amare, che non possono essere ignorate.

La verità, però, è che la piscina comunale rischia di non riaprire mai più. La struttura consuma troppa energia, è vecchia, nata negli anni Settanta come impianto all’aperto, poi chiuso e mai davvero rinnovato.

Servirebbero tra i 2,5 e i 3 milioni di euro per renderla efficiente e funzionale. Oggi è un buco nero nei conti pubblici: costa oltre 450 mila euro l’anno, ma ne incassa appena 210mila. Nonostante i centomila utenti all’anno, con una media di 400 persone al giorno.

E poi le proteste: acqua fredda, phon rotti, spogliatoi poco puliti, docce gelide. Un bollettino di disagi che si ripete da anni.

L’assessore al bilancio Fabrizio Dulla ha già vincolato 1 milione di euro, e si valuta l’accensione di un mutuo. Il Comune dovrebbe pubblicare a breve un avviso per cercare un privato disposto a investire e gestire la struttura.

Già nel luglio 2024, si scriveva di un possibile piano da 3 milioni per rendere l’impianto più sostenibile e di un coinvolgimento dei privati. Di un accordo con una società di Biella, esperta nel settore. Poi più nulla. Spariti i contatti, le promesse, i comunicati.

Se n'era parlato anche nell'ottobre del 2023 con la stessa enfasi, grazie ad una mozione presentata da Pd, Laboratorio Civico e Viviamo Ivrea, non più seduti tra i banchi dell'Opposizione.

"Entrata in funzione a fine anni settanta - scrivevano i tre capigruppo di maggioranza - l’impianto necessità di continui e costosi interventi di manutenzione e i costi di gestione costituiscono un onere non indifferente che grava in modo significativo sulla spesa corrente del bilancio".

In particolare nel 2022 si è speso la bellezza di 342.754,68 senza considerare i costi del personale che portano il totale a circa mezzo milione di euro.

"Da molti anni - aggiungevano Barbara ManucciAndrea Gaudino e Vanessa Vidan - l’impianto è diventato un asset importante utilizzato dalle scuole primarie della città per fornire agli studenti che frequentano le scuole primarie e del territorio i primi fondamentali rudimenti del nuoto che, oltre ad essere una disciplina sportiva, costituisce un’importante pratica per lo sviluppo fisico nell’età adolescenziale...".

Tutto chiaro e limpido, ma allora che si fa?

Considerando che il problema, a sentire la maggioranza, stava tutto nella vetustà degli impianti e che le piscine presenti in altri comuni sono costruite e gestite da privati che sostengono i costi di gestione e agiscono in forza di convenzioni sottoscritte con i Comuni a sentire loro l'unica soluzione era un impegno della giunta a mettere in pratica "una forma di affidamento a terzi".

Solo parole. Ora si torna a parlarne, nel peggior modo possibile: comunicando solo a posteriori, e lasciando fuori proprio chi ha più bisogno.

E mentre la giunta tace, le opposizioni attaccano.

"Ormai - commenta il coordinatore cittadino della Lega Giorgia Povolo - da qualche giorno in città sembra regnare un clima di smemorataggine. Non più tardi di tre anni fa, dai banchi dell’opposizione in cui sedevano Pd e Viviamo Ivrea assistevamo “ad un alzata di scudi in difesa di un servizio così importante per la città”. La piscina secondo loro doveva restare aperta a prescindere. Oggi, constatiamo che avevamo ragione e ci chiediamo dove sia finita per l’ennesima volta la coerenza di chi prima si opponeva (PD e Viviamo Ivrea) ma che oggi prende spunto palesemente dal progetto che l’amministrazione comunale guidata da Stefano Sertoli a trazione Lega si era prefissata di portare avanti. Chiediamo al Sindaco, alla giunta e al consiglio comunale tutto quale linea vogliano tenere davanti a quest’ennesima contraddizione. Se prima era uno scandalo, ora come vogliamo definirlo?".

Anche più tagliente il capogruppo dei Fratelli d'Italia Andrea Cantoni“Non era la piscina il principale progetto della maggioranza?  Eppure scopriamo le novità dai giornali, nel silenzio della Giunta. E aggiungo: il presidente del consiglio comunale, sui social, ha invitato l’opposizione a non strumentalizzare le situazioni, accusando di fare “danni enormi” con l’attività politica dalla minoranza.  Si è perfino incensato proponendosi come modello: è questo il modello da seguire? Sempre più senza parole…”.

S'aggiunge il centrista Massimiliano De Stefano.

"Sono senza parole – stigmatizza – Dalla sicurezza alla gestione del patrimonio comunale, questa Amministrazione fa acqua da tutte le parti. Non ci sono idee, non c’è un piano: navigano a vista, ma non nella piscina. E il paradosso è che oggi sono vittime delle stesse accuse che l’attuale assessore Francesco Comotto lanciava regolarmente dai banchi dell’Opposizione, prima contro Carlo Della Pepa, poi contro Stefano Sertoli...".

Infine ma non in ultima il consigliere comunale Paolo Noascone. "Sto già preparando un'interpellanza - ci dice - Non permetteremo che questa maggioranza prenda in giro i cittadini in questo modo!".

Tutto bene. E intanto? Intanto, i disabili restano senz’acqua. Letteralmente. Senza nemmeno il tempo per trovare un’alternativa. Senza considerazione, senza voce. “Trattati come invisibili”, dicono. E come dar loro torto?

Correva il 2022

L'ultima volta che s'è parlato della piscina con la passata amministrazione guidata dal centrodestra, correva il settembre del 2022 e, in Municipio, ad un certo punto, cominciò a serpeggiare un “Rischio di default” causato dalle “Bollette impazzite”. 

“Stiamo valutando…Stiamo cercando di capire…. Stiamo mettendo giù i numeri…” commentavano come campane stonate sindaco e assessori.  

Ebbene sì, avevano cominciato a fare i conti con il “caro energia” e, seduti, attorno ad un tavolo, stavano seriamente valutando di non riaprirla più, non "tanto per dire" considerato che  in quegli stessi giorni qualcuno aveva trovato i cancelli chiusi e se n'era torna a casa deluso, sconcertato, esterrefatto. 

Alzavava le braccia al cielo, quasi sperando in un miracolo, il sindaco Stefano Sertoli, ma non era Bernadette. 

Sertoli in verità ipotizzava, s’intende oltre al miracolo, un accordo con altre piscine per eventuali accorpamenti. 

“Un’ipotesi, quest’ultima impraticabile - ammetteva lo stesso Sertoli - in alta stagione, a Ivrea è overbooking. Sono in tanti a frequentarla: associazioni, scuole, atleti ...”. 

Insomma non se ne usciva e intanto il “nuoto” affondava e la città "boccheggiava" nell'acqua alta. 

“Il problema del caro energia è enorme - aggiungeva - con la piscina c’è un aspetto sociale e agonistico da preservare, ma non è che per non mandare in default il Comune possiamo spegnere l’illuminazione pubblica o chiudere i riscaldamenti nelle scuole e negli edifici pubblici...”. Eravamo alla frutta? Probabilmente sì. 

"Un danno grave - concludevamo - considerando che l'impianto era ed è frequentato da numerose associazioni che, dall’autunno alla primavera, organizzano un corso dietro l’altro. Oltre alla Uisp, alla Libertas Canavesana, al Nuoto Canavesano, tre società di sub e i ragazzi diversamente abili di Specialmente, ci sono gli utenti che praticano nuoto libero...".

Lo sosteneva anche l'allora segretario del Pd Luca Spitale. "Una scelta scellerata", diceva. E ora? Adesso che è presidente del consiglio e "qualcosina" conta che ci dice?

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