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Piemonte, prime risposte contro le liste d’attesa: oltre 23.500 prestazioni aggiuntive in cinque settimane

Attivate visite ed esami serali e nei weekend: la Città della Salute traina con un quarto delle prestazioni. Schael: “Lavoriamo per riportare l’attività assistenziale nei presidi pubblici”

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Piemonte, prime risposte concrete contro le liste d’attesa: oltre 23.500 prestazioni aggiuntive in cinque settimane

In Piemonte la lotta contro le liste d’attesa prende forma anche fuori dagli orari canonici. A poco più di un mese dall’introduzione, su scala regionale, del piano straordinario di visite ed esami nei fine settimana e in orario serale, l’Assessorato alla Sanità rende noto che sono già state effettuate oltre 23.500 prestazioni aggiuntive, con l’obiettivo dichiarato di raggiungere quota 50.000 entro giugno.

La misura, operativa dal 22 febbraio, è stata accolta con favore tanto dai cittadini quanto dai professionisti sanitari, che hanno dato la disponibilità a estendere i turni per rispondere a una delle criticità più strutturali del sistema sanitario regionale. L’assessore Federico Riboldi parla di un primo passo positivo, ringraziando le aziende sanitarie e i medici coinvolti, e sottolineando come la riduzione delle attese sia una delle priorità imposte ai direttori generali. Le risorse dedicate sono salite da 25 a 37 milioni di euro nel bilancio 2025, con un monitoraggio costante da parte della Control room e del Responsabile unico dell’assistenza sanitaria (RUAS), in raccordo con l’Osservatorio nazionale.

Visite mediche serali

Dai dati diffusi emerge in particolare il ruolo della Città della Salute e della Scienza di Torino, che da sola ha realizzato quasi 6.000 prestazioni aggiuntive, pari a circa un quarto del totale regionale. Il commissario Thomas Schael ha espresso soddisfazione per il risultato, definendolo il frutto dell’impegno e dello spirito collaborativo dimostrato da operatori e professionisti. Ma ha anche precisato che non si tratta di un traguardo definitivo, bensì di una base su cui costruire ulteriori azioni.

L’obiettivo di Schael è rafforzare l’attività assistenziale in sede istituzionale e riportare progressivamente l’intramoenia dentro i presidi pubblici, garantendo sostenibilità e accessibilità. L’intenzione è anche quella di rafforzare la sinergia con le aziende sanitarie territoriali, in modo da dare una risposta omogenea e capillare al fabbisogno crescente della popolazione. A tal fine, proseguono le riunioni operative con la direttrice sanitaria Flavia Pirola, con un focus sulle liste d’attesa più critiche.

Nessun clima trionfalistico, ma un’impostazione pragmatica che punta a mantenere alta l’attenzione e a consolidare un meccanismo che, per ora, sta producendo numeri incoraggianti ma ancora insufficienti rispetto alla domanda reale. Le prossime settimane diranno se questa strategia riuscirà davvero ad incidere non solo sui tempi, ma sulla fiducia dei cittadini nel sistema sanitario pubblico.

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