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Comunità Energetiche, Canavese al palo: lo Stato vuole davvero la transizione ecologica?

L’ex sindaco di Ozegna incontra il ministro Gilberto Pichetto per chiedere misure concrete e immediate a sostegno della transizione energetica locale

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Comunità Energetiche, Canavese al palo: lo Stato vuole davvero la transizione ecologica?

A Roma, nel Ministero dell’Ambiente, si è tenuto un incontro che mette al centro uno dei temi più urgenti per il futuro energetico del Paese: lo sviluppo e il sostegno alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). A farsi portavoce delle difficoltà operative e finanziarie che stanno bloccando numerosi progetti è stato Sergio Bartoli, ex sindaco di Ozegna e oggi attento osservatore delle dinamiche energetiche locali. «Serve un supporto concreto per le Comunità Energetiche», ha scritto Bartoli al termine dell’incontro, che ha visto la partecipazione anche di esperti tecnici come il dott. Gaetano Chiantia e il dott. Edoardo Petrarulo, presidente del Consiglio comunale di Beinasco.

Bartoli ha presentato al ministro Gilberto Pichetto due proposte precise per sbloccare la situazione: il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti per offrire finanziamenti a condizioni sostenibili, e la possibilità per gli enti locali di fornire garanzie fideiussorie, così da abbattere i tassi d’interesse richiesti dalle banche. «La situazione attuale è insostenibile – ha dichiarato – le CER devono ricorrere a finanziamenti ordinari con tassi alti e garanzie pesanti, e questo rischia di affossare un’opportunità strategica per i territori».

Incontro al Ministero dell'Ambiente

L’allarme lanciato da Bartoli è chiaro: in Piemonte sono già state costituite quasi un centinaio di comunità energetiche, ma molte sono bloccate da ostacoli burocratici e finanziari. Il rischio? Perdere fondi europei vitali e vedere sfumare la possibilità di concretizzare una vera transizione ecologica dal basso. «Non possiamo permetterci di perdere tempo», ha ribadito Bartoli, sottolineando l’urgenza di un intervento rapido e strutturato da parte dello Stato.

L’incontro, definito “proficuo” dallo stesso Bartoli, ha lasciato trasparire una certa apertura da parte del Ministro. Ma il punto è che le comunità locali, già mobilitate, non possono più aspettare. La retorica sulla transizione ecologica non basta: servono strumenti reali, accessibili, calibrati sui bisogni concreti dei Comuni.

Bartoli ha concluso ringraziando il Ministro per la disponibilità, ma con una punta di polemica ha voluto lasciare un messaggio chiaro: «Sono fiducioso che il Ministro comprenda la necessità di un intervento immediato per sbloccare la situazione». Ora la palla passa al governo. Ma il tempo stringe.

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