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A Ivrea nasce un comitato di mamme per la sicurezza

Piera Paonessa si è presentata al Prefetto e al Questore per raccontare la sua storia. Ha fondato “Sicurezza al Centro”: «Vogliamo legalità, illuminazione, controlli. E non abbiamo più intenzione di tacere»

"Sono una mamma".  A Ivrea nasce un comitato contro le baby gang, lo spaccio e la micro delinquenza

"Sono una mamma". A Ivrea nasce un comitato contro le baby gang, lo spaccio e la micro delinquenza

Si chiama Piera Paonessa. È una mamma, prima ancora che una cittadina. E da settimane cerca un modo per dare un contributo. Un modo per essere utile. Perché quando si è madre, il silenzio non è mai un’opzione. Perché si può sopportare tutto, tranne la paura negli occhi dei propri figli. O la rassegnazione in quelli degli altri.

Così, mentre tanti si voltano dall’altra parte, lei ha chiesto di essere ascoltata. Non in un post su Facebook, ma di persona. Ha  ottenuto un incontro, tenutosi mercoledì 2 aprile, con il Prefetto Donato Cafagna e con il Questore Paolo Sirna. Ha portato con sé la sua storia. Una storia fatta di ragazzi massacrati di botte e umiliati, marciapiedi sporchi, piazze occupate da spacciatori, angoli bui dove la legge sembra non arrivare mai.

Una storia, tante storie. Ma questa volta raccontate da una madre.

Nel colloquio con le massime autorità della sicurezza, Piera Paonessa ha detto chiaramente che ringrazia le forze dell’ordine per tutto ciò che fanno, ogni giorno, in una città sempre più complicata. Ma ha aggiunto anche che la situazione non è più sostenibile. Che il problema non si chiama solo "stazione" o "movicentro", ma ha tanti altri nomi e indirizzi: via Aldisio, Monte Stella, parcheggio Ospedaleinteri quartieri trasformati in zone franche, dove il cittadino onesto si sente ospite. Dove lo spaccio detta le regole, dove la paura ha vinto.

Piera Paonessa

Piera Paonessa

E da questa consapevolezza, da questa urgenza morale, è nato qualcosa: un comitato. Non improvvisato, ma spontaneo. Non arrabbiato, ma determinato. Si chiama “Sicurezza al Centro” e vuole essere un punto di partenza per chi, come Piera, non si rassegna.

«Siamo un gruppo di cittadini dell’eporediese  - leggiamo - impegnati con l’intenzione di collaborare attivamente con la comunità e le istituzioni locali, senza ingerenze e con il rispetto dei ruoli. Vogliamo offrire un supporto civico nella costruzione di idee da sottoporre, che riteniamo un valore aggiunto per migliorare la nostra società e il nostro territorio».

Un linguaggio civile. Un approccio costruttivo, come ha sottolineato lo stesso Prefetto durante l’incontro. E una linea netta: non basta più lamentarsi, bisogna agire.

La fondatrice del comitato – che ha scelto di firmarsi come referente SAC (Sicurezza al Centro) – ha ribadito la totale adesione alle richieste contenute nella petizione firmata dai commercianti della città. E ha ricordato che durante l’incontro dello scorso 14 marzo, il sindaco di Ivrea avrebbe promesso interventi concreti: illuminazione, telecamere, più controlli da parte della polizia locale.

Ma i cittadini ora non chiedono più promesse. Chiedono azioni. Chiedono tempi certi. Chiedono di non essere più lasciati soli.

Perché non c’è nulla di più pericoloso dell’indifferenza. Perché quando le strade diventano terra di nessuno, il degrado non ha bisogno di altro per crescere: si nutre del silenzio.

«Anche i cittadini hanno diritto di esprimersi e presentare proposte», scrive ancora Piera Paonessa. È un principio semplice, ma potente. È la base della democrazia. È la voce di chi non vuole diventare complice della paura.

"Avranno tutto il nostro sostegno e porteremo avanti le loro istanze..." commenta il consigliere comunale Massimiliano De Stefano che nei giorni scorsi ha avuto modo di incontrare il gruppo.

Insomma, oggi, Ivrea ha una nuova voce. Ha una madre che si è fatta sentire. E intorno a lei, tanti altri stanno trovando il coraggio di dire: adesso basta.

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