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Antonia Mussa nuova presidente del Tribunale di Ivrea: prima donna alla guida

Nomina all’unanimità del Csm dopo mesi di stallo. Marra escluso per sei righe in più, poi riammesso, infine si ritira. Ora il Tribunale riparte con una guida tutta al femminile

Antonia Mussa nuova presidente del Tribunale di Ivrea: prima donna alla guida

Antonia Mussa

Questo pomeriggio, il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha votato all’unanimità la nomina della dottoressa Antonia Mussa a presidente del Tribunale di Ivrea. Un voto compatto che mette fine a una telenovela giudiziaria che ha bloccato per mesi l’assegnazione dell’incarico, trasformando la selezione in un caso da manuale sulle rigidità della burocrazia italiana.

Antonia Mussa, 48 anni, torinese, sarà la prima donna nella storia a ricoprire la massima carica del Tribunale eporediese. La sua candidatura era stata indicata già lo scorso 18 settembre dalla Quinta Commissione del Csm, che aveva evidenziato nella relazione ufficiale la sua ampia esperienza nei settori civile e penale, la serietà dell’approccio professionale e la capacità di instaurare un clima collaborativo con tutte le parti del processo.

Ma l’iter si era presto impantanato nel ricorso di Giuseppe Marra, ex consigliere togato del Csm, escluso inizialmente dalla selezione per un motivo che definire paradossale è poco: sei righe in più nella sua autorelazione. Il limite massimo era di dieci pagine. Marra, giudice presso l’Ufficio del Massimario della Cassazione, le ha superate. Sei righe in eccesso e la sua candidatura è stata dichiarata inammissibile.

Giuseppe Marra

Giuseppe Marra

Una vicenda surreale, risolta dopo mesi di contenzioso: prima il Tar del Lazio, poi il Consiglio di Stato, hanno riconosciuto che lo sforamento formale non poteva giustificare un’esclusione. Ma, a quel punto, la macchina istituzionale aveva già scelto un altro nome. E oggi Marra ha ritirato ufficialmente la propria candidatura, spianando la strada a Mussa.

Secondo fonti interne, Marra sarebbe destinato alla presidenza del Tribunale di Aosta, dove la sua nomina è stata già proposta – ironia della sorte – sempre all’unanimità. Una soluzione diplomatica, certo. Ma resta l’amaro in bocca per una corsa alla presidenza decisa non solo dai curricula, ma anche dalla formattazione dei documenti.

A contendersi il ruolo erano stati in quattro: oltre a Mussa e Marra, anche Rossella Atzeni e Marco Ciccarelli, che in seguito hanno ritirato la propria candidatura.

La nuova presidente del Tribunale di Ivrea ha alle spalle un curriculum solido: dopo il debutto al Tribunale di Crotone (2011-2014), ha proseguito alla Corte d’Appello di Torino e poi al Tribunale del capoluogo piemontese. Secondo il Csm, ha saputo distinguersi per equilibrio, autorevolezza e competenza.

Con la sua nomina, il Tribunale di Ivrea diventa a guida tutta femminile: alla presidenza della sezione penale c’è Gabriella Viglione, alla guida della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Torino Lucia Musti, mentre la presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ivrea è Patrizia Lepore.

Il caso Marra, però, resta. Un’anomalia che ha bloccato la macchina giudiziaria eporediese per mesi e che solleva interrogativi sul peso della forma rispetto alla sostanza. Come è possibile che sei righe in più su un documento possano mettere fuori gioco un magistrato con una carriera alle spalle? In Italia può succedere anche questo.

Insomma, il Tribunale di Ivrea volta finalmente pagina. E inizia una nuova fase sotto la guida di una presidente competente e stimata. Una certezza, almeno: questa volta nessuno è stato escluso per qualche riga di troppo.

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