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Sportelli anti-islamofobia, la Lega alza la voce: "Torino ha problemi ben più gravi"

Torino al centro del dibattito: sportelli anti-islamofobia dividono l'opinione pubblica

La Lega contesta

La Lega contesta l'iniziativa del Comune: polemica sugli sportelli anti-islamofobia

Il Comune di Torino ha annunciato l'apertura di sportelli dedicati alla raccolta di segnalazioni di episodi di islamofobia, suscitando un acceso dibattito politico. La consigliera comunale della Lega, Elena Maccanti, ha presentato un'interpellanza per chiarire l'effettiva necessità di tali sportelli, chiedendo: "Quante segnalazioni su episodi di islamofobia sono pervenute negli ultimi cinque anni al Comune di Torino?" Maccanti teme che l'iniziativa possa essere più ideologica che basata su esigenze concrete, rischiando di silenziare critiche verso pratiche legate all'estremismo islamico.

La Lega sottolinea che, a suo avviso, Torino affronta problemi più urgenti, come la sicurezza, il degrado urbano e la criminalità diffusa. Secondo Maccanti, l'amministrazione dovrebbe concentrarsi su questi aspetti piuttosto che su iniziative che potrebbero risultare divisive. Inoltre, critica il fatto che lo sportello sia focalizzato esclusivamente sull'islam, escludendo altre confessioni religiose.

In risposta all'annuncio del Comune, la Lega ha organizzato un flash mob davanti a Palazzo Civico, con slogan come "Mai sottomessi all'Islam". Alla protesta hanno partecipato figure di spicco del partito, tra cui i deputati Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto, l'europarlamentare Silvia Sardone e il consigliere comunale Giuseppe Catizone. I manifestanti hanno espresso preoccupazione che lo sportello possa diventare uno strumento per censurare chi critica l'estremismo islamico o denuncia comportamenti regressivi all'interno di alcune comunità.

L'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Stefano Lo Russo, difende l'iniziativa, sostenendo che mira a contrastare fenomeni di discriminazione e a promuovere l'inclusione sociale. Secondo il Comune, gli sportelli offriranno spazi sicuri per segnalare episodi di intolleranza e raccoglieranno dati utili per comprendere e affrontare meglio il fenomeno.

Questo dibattito si inserisce in un contesto più ampio di discussione sulle politiche di integrazione e sicurezza a Torino. Mentre alcuni vedono negli sportelli anti-islamofobia un passo avanti verso una società più inclusiva, altri temono che possano distogliere l'attenzione da problemi più pressanti e limitare la libertà di espressione.

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